Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 14 Gennaio 2020

Tra un “subito” e l’altro si snoda il brano evangelico di oggi, ci raggiunge la buona notizia, urgente e inarrestabile, con tutta la sua potenza di vita. Gesù è un uomo libero e deciso, che esce ed entra, passa da un villaggio all’altro come il vento che ristora e rende il cielo più nitido, frequenta la gente comune e i suoi luoghi di raduno. E nel luogo abituale della preghiera, nella sinagoga di Cafarnao, in giorno di sabato, insegna con autorità. Non è un sinuoso ammantatore di parole, non è un torrenziale retore che parla senza un legame con la realtà e con la vita. Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, che si è messo in ascolto della voce di uno che grida nel deserto e della voce dal cielo (“Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”: Mc 1, 11), e ora che “il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino” (Mc 1,15) insegna e annuncia l’irruzione di quel regno che appartiene ai poveri e che è giunta l’ora della conversione, di quel movimento trasformativo radicale e integrale, che ci porta a un nuovo modo di stare al mondo e a tessere rapporti di perdono, fraternità, servizio.

C’è un insegnare che appartiene agli esaltati tuttologi che amano esibire il loro vasto sapere di cui si sentono padroni, un insegnare che è proprio dei cattivi parassiti detentori di potere, che dicono e non fanno, aggiungendo pesi gravosi e mortiferi sugli altri senza esserne sfiorati minimamente. E c’è un insegnare di chi, mettendosi alla scuola dei piccoli, del libro della natura e delle sue lente stagioni, e della parola di Dio sempre sorprendente, brucia dentro di un fuoco inestinguibile e sa portare il fuoco agli altri. Gesù appartiene a questa seconda categoria: per questo la gente è stupita del suo insegnamento, che apre scenari di liberazione e di felicità. È questa la novità che Gesù semina nei cuori delle persone.

“Non lasciarti tentare dai campioni dell’infelicità, della mutria cretina, della serietà ignorante. Sii allegro … T’insegneranno a non splendere. E tu splendi, invece”, scriveva Pier Paolo Pasolini. Gesù ci insegna a splendere. È questa l’esperienza dell’uomo attanagliato da uno spirito impuro, da chissà quale male fisico o psichico, che di fronte a Gesù grida con tutto se stesso. Gesù accoglie quel grido. Non è il sapiente arrogante che zittisce perché contraddetto, ma il maestro buono che si lascia raggiungere nel profondo dalla miseria dell’altro, e ordina allo spirito impuro di tacere e abbandonare quell’uomo. Lo spirito esce e quell’uomo torna a essere uomo, torna a splendere: “Egli parla ed ecco, avviene; egli comanda ed ecco, si compie” (Sal 33,9). Lasciamoci plasmare dalla parola di Gesù, dalla sua autorità che ci libera. Sì, forse Gesù è venuto proprio a rovinarci, a disfare i nostri piani che sovente nascono dalla paura e si nutrono di rassegnazione, a rovinare la prigione del benessere a tutti i costi che pretendiamo senza l’altro e spesso contro l’altro, per offrirci la possibilità di risorgere dalle nostre miserie e dalle nostre pochezze e splendere di una vita nuova accanto, questa volta, agli altri.

fratel Giandomenico

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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI

Gesù insegnava come uno che ha autorità.
Dal Vangelo secondo Marco Mc 1, 21b-28 In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafarnao,] insegnava. Ed erano stupìti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea. Parola del Signore

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