Marco, nella sua forma sintetica, densa e semplice, ci descrive nel brano di oggi tre scene dell’attività di Gesù. L’insegnamento e le azioni di guarigione di Gesù sono rivolte a gruppi di persone, a singoli, a parenti dei suoi discepoli. Egli agisce in vari spazi: in pubblico, nella sinagoga e in ambienti più ristretti come quello della casa di Simone. Vive la dimensione pubblica e quella privata con lo stesso intento e la stessa accoglienza. Egli è venuto a predicare il vangelo e a portare la salvezza a tutti coloro che la accolgono. L’esclusività del messaggio di Gesù non sta nella scelta di un “pubblico”, ma nella scelta di ognuno di noi ad accogliere o meno la sua Parola come Parola di vita.
Nel brano di oggi si parla della guarigione della suocera di Simone e poco dopo della guarigione di molti che accorsero a lui. La descrizione della guarigione della suocera di Simone è molto semplice, potrebbe sembrare anche insignificante rispetto al racconto di altri miracoli compiuti da Gesù. Eppure in questa semplicità e nel gesto che la donna farà dopo essere guarita si riassume il motivo profondo del disegno di salvezza che Gesù è venuto a compiere per l’umanità. Egli porta non solo una salvezza fisica ma viene a guarire le nostre relazioni con Dio e con i nostri fratelli e sorelle. “Ed ella li serviva” (v. 31): l’azione della suocera di Simone non è un semplice servilismo dettato dalle convenzioni sociali del tempo relative alla donna, ma è l’accoglienza del dono che Gesù le ha portato. Il servizio al fratello e alla sorella è la traduzione e la declinazione di quell’amore che Gesù ci ha donato nella vita di tutti i giorni e nelle relazioni quotidiane. Questo piccolo miracolo raccontato oggi dà il significato a tutti i miracoli del vangelo: Gesù compie tali gesti per restituire a ciascuno di noi la capacità di amare di un amore teso verso il fratello e la sorella dunque una capacità di servire l’altro.
Il brano prosegue con altre due scene: l’accorrere della gente a Gesù e l’accorrere dei discepoli alla ricerca di Gesù. Il messaggio che Gesù darà ai discepoli sarà anch’esso un messaggio di salvezza. Salvezza che riguarda ciascuno di noi nel costruire e alimentare una vita interiore. La scelta di Gesù di cercare un luogo di solitudine per pregare ci indica la via da percorrere per dare qualità ai gesti e alle parole che compiamo e diciamo, e soprattutto per alimentare una libertà da noi stessi, da quello che noi compiamo. La qualità e la profondità del nostro agire dipende dalla qualità e dalla profondità della nostra relazione con Dio. Il fermarsi nella solitudine in preghiera è prendere una distanza dai nostri gesti e consegnarli al Signore, che siano gesti di bene o gesti di male. Solo così riusciamo a non esserne posseduti, questa è la salvezza di cui è portatore Gesù.
Alla fine del brano Gesù invita i suoi ad andare altrove perché egli possa predicare anche là. Quale espressione di libertà più chiara rispetto ai propri gesti e quale espressione di adesione più fedele al disegno di Dio, che ha mandato il suo Figlio perché avessimo la vita in abbondanza?
sorella Beatrice
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