Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 12 Ottobre 2022

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Lโ€™urgenza dellโ€™essenziale

Luca lo scriba della mansuetudine di Cristo e il narratore della sua misericordia che nessuno esclude, fino a farsi perdono a chi lโ€™uccide (cf. Lc 23,34), pone in bocca a Colui โ€œche รจ passato facendo il beneโ€ (At 10,38)ย parole dure come pietre, pungenti, i sei โ€œguai a voiโ€ย (Lc 11,42.43.44.46.47.52), quattro dei quali nei pochi versetti del Vangelo di oggi.ย ย Un linguaggio che lascia interdetti e che domanda di essere capito. Urgono chiavi di lettura, la prima delle quali, decisiva, va proprio individuata nel forte e appassionato amore di Gesรน il mansueto.

Questi โ€œguaiโ€ sono capitoli o atti di una misericordia non arresa, disposta a cercare e lasciarsi cercare, a incontrare e lasciarsi incontrare dai piรน accaniti oppositori al suo messaggio, non temendo lโ€™uso della provocazione verbale come unica risorsa rimasta a risvegliare coscienze addormentate e cuori pietrificati.

Tra i piรน ostinati a una presenza e a una parola che โ€œchiamano oltreโ€, verso orizzonti di religiositร  alta e pura, puntuale non manca la serie di quanti si ritengono a posto, giusti, perbene, non bisognosi di cambiare mente e stili di vita, uno stato di durezza che solo parole forti, concise e taglienti come spada possono sperare di infrangere.

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รˆ a costoro che Gesรน si rivolge con un vocabolo che dร  ragione a quanto detto sinโ€™ora: ouai,ย che include simultaneamente i concetti di dolore, โ€œahimรจโ€, e di minaccia, โ€œguaiโ€, lโ€™amore della madre che minaccia il figlio unicamente preoccupata della sua salvezza… Nel brano evangelico il piรน โ€œgrande di Salomone e di Gionaโ€ (cf. Lc 11,31-32) si rattrista e duole dinanzi a una situazione incancrenita,ย il suo รจil lamento di dolore dellโ€™amante, e nel suo quello del Padre, di fronte a inguaiati prigionieri dellโ€™illusione della propria giustizia, ottusi nel loro non aprirsi al messaggio liberante di Gesรน.

รˆ proprio di chi ama sino a patirne ilย coraggio di parole forti fuori dallโ€™ordinario unicamente tese alla correzione: โ€œperchรฉ il Signore corregge colui che egli ama e percuote chiunque riconosce come figlioโ€ (Eb 12,5-6).ย Il โ€œguai a voiโ€ di Gesรน corrisponde dunque a un atto di amore in parole uguali a โ€œspada a doppio taglioโ€ย (Eb 4,12), in obbedienza al suo essere segno di contraddizione โ€œvenuto a svelare i pensieri di molti cuoriโ€ (Lc 2,34-35).

Gesรน ama il fariseo che lo ha invitato a pranzo (cf. Lc 11,37) e quel dottore della Legge che si sente offeso di quanto Gesรน ha detto al fariseo (cf. Lc 11,45). Fariseo e dottore della Legge, altra sottolineatura da apporre e da leggersi non in chiave antifarisaica e antigiudaica ma come paradigma di un poter-essere umano di ogni luogo e tempo, religioso e non solo, un poter-essere che si distingue per due caratteristiche: โ€œpresume di essere giusto-nientifica gli altriโ€ (S. Fausti), ma una giustizia senza misericordia scambia la luce con la tenebra, rende farisei nel senso etimologico, cioรจ โ€œseparatiโ€ e giudici. รˆ ciรฒ che ancora manca al fratello maggiore della parabola: il passaggio dal ciรฒ che รจ giusto da lui operato al riconoscimento nella tenerezza del fratello minore perduto e fallito, ingiusto.

รˆ alla luce di queste precisazioni che vanno letti i versetti 42-46 del capitolo 11 del Vangelo di oggi. Gesรน con tutto lโ€™amore di cui รจ capace, visibile nel pianto sulla cittร  amata che non comprende e non accoglie (cf. Lc 19,1),ย mette in guardia i suoi interlocutori e noi dichiarando che รจ un guaio di non poco conto lโ€™essere invischiati in una religiositร  formale, esteriore e padrona. Una religiositร  che di fatto โ€œlascia da parte la giustizia e lโ€™amore di Dioโ€ (Lc 11,42), centrata sullโ€™osservanza scrupolosa delle prescrizioni (cf. Dt 14,22-23), comprese quelle non richieste, come il pagare la decima per la ruta; sullโ€™apparire, sullโ€™autoaffermazione personale tramite la corsa ai primi posti e al plauso della piazza; sul potere, sul divenire tramite la conoscenza della legge e della tradizione imposta agli altri controllori delle coscienze altrui con un sistema di precetti e di interpretazioni che i dottori della legge non toccano neppure con un dito. Una simile religiositร , indice di un interno โ€œpieno di aviditร  e cattiveriaโ€ (Lc 11,39), รจ un guaio per chi la frequenta eย da essa Gesรน, a cui รจ data โ€œla chiave della conoscenzaโ€ย (Lc 11,52) secondo Dio,ย intende liberare riconducendo le cose allโ€™essenziale.

โ€œReligione pura e senza macchia davanti a Dioโ€ (Gc 1,27) รจ data dalla giustizia e dallโ€™amore di Dio (cf. Lc 11,42), dallโ€™accoglienza e dal compimento di ciรฒ che รจ giusto davanti a Dio: amare Colui che ci ama, pienamente in Gesรน, cioรจ Dio (cf. Dt 6,4), e amare coloro che Dio ci dona come fratelli e sorelle (cf. Lv 19,8), alla maniera di Gesรน in mitezza e umiltร  liberando da ogni peso che non sia quello dolce e leggero dellโ€™amore (cf. Mt 11, 28-30). Oltre ogni dissimulazione, ogni scissione esterno-interno (cf. Lc 11,40), il corpo racconti lโ€™amore che abita il suo cuore, per non essere sepolcri che generano contaminazione e morte, anche se allโ€™apparenza sembra il contrario (cf. Lc 11,44), ma lampade che trasmettono luce (cf. Lc 11,33-36). Urge il camminare insieme verso lโ€™essenzialitร .

fratel Giancarlo

Per gentile concessione del Monastero di Bose

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