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Monastero di Bose โ€“ Commento al Vangelo del giorno โ€“ 12 Febbraio 2025

Commento al brano del Vangelo di: Mc 7,14-23

Quel che dis-umanizza de-divinizza

I discepoli interrogano il rabbi su ciรฒ che aveva insegnato in reazione al modo in cui alcuni ritenevano normale riproporre la โ€œtradizione degli antichiโ€. Lo interrogano sulla โ€œparabolaโ€ perchรฉ quel suo detto per un verso semplifica le cose, per un altro le complica.

Se pensiamo a certe norme previste dalla Legge di Mosรจ, nella fattispecie alimentari, potremmo dire che semplifica: tutto finisce nella stessa fogna, non cโ€™รจ da perdersi in distinzioni arbitrarie e scrupoli eccessivi. Analogamente per altre norme, di fronte alle quali i cristiani potranno rivendicare la libertร  portata da Gesรน: โ€œNessuno vi condanni in fatto di cibo o di bevanda, o per feste, noviluni e sabatiโ€ (Col 2,16). 

Per un verso il vangelo della libertร  semplifica, per un altro complica, perchรฉ non dispensa dal discernimento, anzi! Puรฒ essere piรน semplice attenersi a quanto stabilito da altri, Mosรจ o unโ€™altra istanza di legge che si sostituisca alla coscienza, e invece ciascuno รจ chiamato alla responsabilitร  di fronte al proprio cuore. Lรฌ punta Gesรน, radicalizzando la predicazione profetica: non ciรฒ che entra nel ventre, semmai ciรฒ che contamina il cuore e quindi soprattutto ciรฒ che vi esce.

In una certa impostazione religiosa tutto pare predeterminato in modo molto chiaro: lโ€™impuritร  รจ definita dalla condizione in cui una persona viene oggettivamente a trovarsi, e la liberazione dallโ€™impuritร  รจ legata a determinate precauzioni e collaudati rituali che devono essere puntualmente messi in atto. Non possiamo perรฒ fermarci lรฌ, a ciรฒ che si potrebbe predeterminare esteriormente; con Gesรน puntiamo allโ€™interioritร , perchรฉ si tratta di considerare:

โ€“ come io soggettivamente mi pongo in quella data condizione in cui mi vengo a trovare;

โ€“ cosa faccio dei pensieri che inevitabilmente sorgeranno in me in quella situazione;

โ€“ perchรฉ decido di acconsentire o resistere a un certo proposito. 

I discepoli interrogano Gesรน e lui li rimanda alla loro esperienza, a partire dalle cose piรน comuni, tanto fondamentali quanto il prendere cibo ed evacuarlo: โ€œSiete senza intelligenza, non comprendete?โ€. Guardatevi dalla religiositร  ridotta a foglie che coprono esteriormente i frutti di una pianta dalle radici malate (cf. Mt 7,20). Concentrate lโ€™attenzione sulla radice interiore!

Lโ€™impuro che contamina, che espone a un rapporto pericoloso e nocivo con ciรฒ che รจ santo, non viene da fuori ma da dentro. La lista di propositi di male riportata da Marco ci insegna a chiamare onestamente per nome tutto ciรฒ che attenta alla vita di relazione con gli altri. Perchรฉ di fronte allโ€™umanitร , altrui e propria, siamo esposti al rapporto con il Santo per eccellenza. 

Davvero non si tratta solamente di obbedire a regole e precetti di buona condotta, bensรฌ di riconoscere la bontร  dellโ€™intera creazione e lโ€™universale vocazione alla divinizzazione

Riflettendo sulle mancanze che nellโ€™esperienza cristiana chiamiamo peccati, Franรงois Varillon osservava che questi โ€œnon sono sperimentati solo come un disordine rispetto alle regole della normalitร , o come un colpevole consenso alla dis-umanizzazione degli altri e di sรฉ. Agli occhi della fede, ciรฒ che dis-umanizza de-divinizza. Ciรฒ che nuoce alla promozione della persona umana allontana dalla trasfigurazione in Dioโ€.

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fratel Fabio

Per gentile concessione del Monastero di Bose.

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