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Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 11 Settembre 2024

Commento al brano del Vangelo di: Lc 6,20-26

Beati siete voi!

Tu vedi la fatica e lโ€™afflizione
tu le guardi e le accogli nella tua mano.
La fame dei poveri tu lโ€™ascolti, Signore (Sal 10,14.17). 

Il salmista fa appello al vedere compassionevole di Dio e vi si abbandona con fiducia perchรฉ sa che รจ un tratto del Signore fin dagli inizi della sua rivelazione: โ€œDio ascoltรฒ il lamento dei figli di Israele in Egitto, si ricordรฒ, guardรฒ la loro condizione, se ne diede pensieroโ€ (cf. Es 2,23-25).

Lโ€™ascoltare, il vedere, il darsi pensiero da parte di Dio si sono fatti gesti, parole, sentimenti in Gesรน. Egli annuncia che il tempo messianico in cui Dio si sarebbe preso cura dei poveri, degli affamati, dei perseguitati รจ qui presente ed รจ motivo di consolazione per chi vive nellโ€™afflizione e nella ristrettezza. รˆ lโ€™annuncio gioioso del regno di Dio in mezzo a noi che Gesรน fa ai discepoli e alle folle, dichiarando pubblicamente beati uomini e donne che vivono determinate situazioni e assumono atteggiamenti tali da rendere pieno di senso il loro cammino umano sulla terra. 

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Le beatitudini contengono un annuncio paradossale che rovescia il comune sentire: sono proclamate felici persone che si trovano in condizioni di sofferenza. Puรฒ pronunciare simili parole solo chi le ha attraversate e vi ha scorto una luce possibile che consente di affrontarle con coraggio. Gesรน ha provato la fame, ha conosciuto la persecuzione e attraverso di lui possiamo entrare anche noi nello spirito di questo messaggio.

A differenza dellโ€™evangelista Matteo, Luca raccoglie qui solo quattro beatitudini: i poveri, i piangenti, gli affamati, i perseguitati. Rivolgendosi direttamente ai suoi interlocutori, sembra aver presente situazioni ben conosciute. รˆ povero e nellโ€™afflizione non solo chi vive nellโ€™indigenza materiale, ma anche chi si sente non accolto, trascurato dai poteri prevaricanti nella societร  che semplicemente lo snobbano, ne fanno tranquillamente a meno. Accanto a queste cโ€™รจ la beatitudine che tocca piรน da vicino il discepolo, che puรฒ conoscere la persecuzione e lโ€™emarginazione a motivo della testimonianza evangelica. รˆ dichiarato beato chi rifugge il compiacimento mondano โˆ’ โ€œGuai a voi quando tutti diranno bene di voiโ€ (v. 26) โˆ’, e pone la sua speranza nel Padre.

Alle quattro beatitudini corrispondono parallelamente quattro โ€œguaiโ€, ossia degli avvertimenti: โ€œGuai a voi, ricchi, voi che siete sazi e rideteโ€ฆโ€ (cf. vv. 24-26). Vanno intesi come un accorato appello in vista della conversione e tuttavia hanno il sapore di un auto condanna perchรฉ costoro โ€œnel loro benessere non discernono, nella loro sufficienza non cercano piรน nullaโ€ (cf. Sal 49,13.21; 10,4).

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Per coloro che piangono e sono afflitti Gesรน non proclama la fine della sofferenza, nรฉ delle molte cause che la provocano, ma afferma la speranza di un mondo nuovo che rende possibile vivere il presente in una prospettiva diversaLa possibilitร  di un cambiamento giร  qui e ora per i tanti afflitti della terra รจ affidata a ciascuno di noi, nella misura in cui teniamo gli occhi ben desti per vedere e riconoscere le numerose situazioni di disagio attorno a noi; tendiamo una mano a chi si trova in condizione di bisogno; custodiamo un cuore sensibile, capace di compatire perchรฉ non indurito dallโ€™indifferenza e dalla ricerca del proprio tornaconto. 

fratel Salvatore

Per gentile concessione del Monastero di Bose

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