“Perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto?”: questa domanda di Gesù sta al cuore del vangelo di oggi e chiede a ciascuno di noi un’opera di discernimento per comprendere che cosa è giusto, per giudicare la realtà e distinguere ciò che è giusto da ciò che non lo è.
E il Signore ci spiazza perché, dopo aver posto la domanda, dà subito il criterio per questo discernimento ed è un criterio che noi probabilmente non avremmo preso in considerazione: egli dice che è giusto ciò che opera una riconciliazione, un accordo con tutti, soprattutto con chi ci è ostile, nemico, avversario, con chi si pone contro di noi o che noi percepiamo così.
Tutti noi siamo in cammino verso il giudice delle nostre vite, e questo essere per via, questo camminare, non è solitario ma si compie con altri perché “nessun uomo è un’isola”, perché volenti o nolenti gli altri appartengono al tessuto delle nostre vite, e se il paesaggio può variare essi restano parte integrante dei nostri giorni. Allora, se questo è il dato di fatto, tanto vale, dice Gesù, cercare l’accordo con questi compagni di viaggio, cercare ciò che unisce piuttosto che ciò che divide, cercare di saldare i nostri debiti reciproci, perché sappiamo che vivendo insieme, camminando insieme, è quasi inevitabile, prima o poi, “pestarsi i piedi”, ferirsi piuttosto che aiutarsi, sentire l’altro come un peso invece che come un dono. Ma tutto questo, se siamo onesti innanzitutto con noi stessi e poi con gli altri, dobbiamo ammettere che è sempre in una certa misura reciproco e quindi se l’altro ha un debito verso di noi, noi probabilmente l’abbiamo verso di lui, e il giudice valuterà la situazione a partire dal debito di ciascuno.
Gesù oggi ci dice che giusto è ciò che opera per la riconciliazione, la pace, l’armonia, la possibilità di ripartire, di ricostruire, ed è giusto perché questo agire ci conforma a lui che, giusto tra gli ingiusti, è venuto tra di noi operando la riconciliazione al caro prezzo della croce, e amandoci mentre noi gli eravamo nemici ci ha insegnato che giusto è tutto ciò che semina vita riuscendo a spezzare il vortice della violenza e della morte.
Se guardando la natura noi possiamo solo osservare e trarne le conseguenze (c’è una nuvola a ponente, quindi pioverà; c’è lo scirocco, quindi farà caldo), con gli altri abbiamo invece un margine di azione, e quindi di responsabilità, molto più ampio perché una volta valutata la situazione possiamo agire con pensieri, parole e comportamenti di pace o di guerra, di riconciliazione o di divisione, di perdono o di rancore e vendetta, di vita o di morte … E non dobbiamo dimenticare che da tutto questo si manifesterà se siamo figli di quel Padre che fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti, che perdona la colpa e la trasgressione fino a mille generazioni e che preferisce la misericordia al castigo.
Il Signore ci ispiri con il suo Spirito santo perché possiamo sempre discernere ciò che è giusto e a questo conformare le nostre vite.
sorella Ilaria della comunità monastica di Bose
Lc 12, 54-59
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù diceva alle folle:
«Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto?
Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.