Monastero di Bose – Commento al Vangelo del 15 Gennaio 2019

Il vangelo mostra l’autorevolezza della parola di Gesù. L’autorità dell’insegnamento di Gesù consiste nel fatto che non è frutto di sapere libresco (“non come gli scribi”), ma è afferente alla persona di Gesù: è una parola in cui è presente Gesù stesso. Una parola è autorevole quando chi la pronuncia non solo la dice ma, dicendola, si dà in essa. La parola diventa presenza del parlante.

L’insegnamento di Gesù manifesta la sua autorevolezza nel mostrarsi anche terapeutico. Gesù guarisce l’uomo posseduto da spirito impuro con la forza della parola. Gesù, dirà l’evangelista Matteo, “scacciava gli spiriti con la parola” (Mt 8,16).

L’autorità della parola di Gesù è nel suo essere finalizzata alla vita e al bene delle persone: non è autorità che accresce chi la pronuncia, ma tesa a far crescere l’altro; è autorità di servizio, non di potere. La parola di Gesù è autorevole anche per il discernimento che l’accompagna e che porta Gesù a riconoscere il disagio profondo di una persona mescolata tra la gente presente in sinagoga. La parola di Gesù è parola che ascolta e che vede, che accoglie e discerne.

Il testo presenta un movimento in cui, a un processo di progressivo restringimento da Cafarnao alla sinagoga, quindi al gruppo di uomini là riuniti, poi a un uomo preciso di tale gruppo, fino allo spirito impuro che lo abita (vv. 21-24) e che Gesù raggiunge con la sua parola potente (v. 25), segue un processo di dilatazione che va dallo spirito immondo all’uomo da cui esce, quindi al gruppo di tutti i presenti nella sinagoga, fino a tutta la Galilea e ovunque (vv. 26-28).

La venuta del Figlio di Dio diviene una discesa, una catabasi nelle profondità irredente dell’uomo. Come Gesù, con la sua parola che annuncia il Regno di Dio spiegando le Scritture, raggiunge il cuore degli ascoltatori, così, con la sua parola, raggiunge il cuore di una persona alienata e instaura il Regno di Dio nella profondità del suo spirito.

Ma alla parola autorevole, unita, coerente, performante di Gesù, si contrappone la parola contraddittoria, divisa, spaventata, aggressiva, dell’uomo “posseduto da spirito immondo”. Ovvero, un uomo afflitto da mali che si manifestavano in modo bizzarro e anomalo, e per questo attribuiti a spiriti maligni.

In realtà, il male che affligge quell’uomo ha valenza spirituale: egli conosce e confessa Gesù in modo ortodosso, ma non vuole avere nulla a che fare con lui: “Che c’entri con noi? Io so chi tu sei: il santo di Dio”. La diabolicità dell’atteggiamento è lì: si confessa rettamente la fede, ma non ci si coinvolge nella sequela di Cristo.

La guarigione costa a quell’uomo una grande sofferenza: “straziandolo e gridando forte, lo spirito uscì da lui”. La parola di Gesù guarisce, ma facendo emergere il male profondo e consentendone così l’espulsione: quel male a lungo soffocato per non soffrire, ora viene portato alla luce e gli spasmi dolorosi dell’uomo si situano a metà tra la morte e la nascita. Assistiamo a un parto? La parola di Gesù, autorevole perché liberatrice (restituisce l’uomo a se stesso), sacramentale (manifesta la potenza di Dio) e testimoniale (rivela la persona di Gesù), è anche generante, fa nascere alla vita.

fratel Luciano

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Mc 1, 21-28
Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafarnao,] insegnava. Ed erano stupìti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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