Oggi, quasi anticipando la gioia di Pasqua, il Signore Gesรน ci svela, con la parabola piรน bella e amata del Vangelo, il Padre misericordioso e il figlio che ritorna. Lโirrefrenabile misericordia e lโamore incessante che nutre per ciascuno di noi, la sua paziente e trepida attesa, il suo sguardo che arriva lontano fino al pascolo dei porci e diventa potente attrazione che richiama e converte: ยซQuando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettรฒ al collo e lo baciรฒยป.
Dopo la recuperata figliolanza, segue la gioiosa celebrazione conviviale, che segna il pieno reinserimento nella casa paterna: ยซPresto, portate qui il vestito piรน bello e fateglielo indossare, mettetegli lโanello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perchรฉ questo mio figlio era morto ed รจ tornato in vita, era perduto ed รจ stato ritrovatoยป. E cominciarono a far festa.
I momenti oscuri vengono cosรฌ cancellati, cominciando da quel triste: ยซPadre, dammi la parte di patrimonio che mi spettaยป. Viene redento il peccato antico e sempre attuale: quello di reclamare una libertร piena e incondizionata, uscire dalla casa paterna, dallโambito del suo amore, nella facile illusione di poter sperimentare lโebbrezza di una supremazia che annulla ogni dipendenza.
Ci ricorda tanto il momento fatale in cui i nostri progenitori hanno teso la mano per prendere e mangiare il frutto dellโalbero proibito. Oggi come allora, il Signore, buon pastore, si mette alla ricerca della pecora smarrita ovunque e comunque si sia persa.
La certezza di non restare mai soli, di essere anzi cercati, fa nascere quella speranza e quel ripensamento come primo moto verso la conversione: ยซIo qui muoio di fame! Mi alzerรฒ, andrรฒ da mio padre e gli dirรฒ: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono piรน degno di essere chiamato tuo figlioยป.
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La consapevolezza di aver sperperato malamente i doni preziosi fa sperare di poter essere accolto soltanto come uno dei salariati. Il Signore, perรฒ, non ci vuole come salariati: in forza dello Spirito, non siamo piรน schiavi, ma figli. E se siamo figli, siamo anche eredi. Cosรฌ vuole Dio.
Che meraviglia! Dopo il peccato, siamo stati accolti, baciati, rivestiti, nutriti e festeggiati: ยซSe uno รจ in Cristo, รจ una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuoveยป e, ancor piรน: ยซCi sarร piรน gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversioneยป.
Abbiamo iniziato la Quaresima con un invito: ยซConvertitevi e credete al Vangeloยป; ora sappiamo che la via alla conversione รจ piรน facile solo se confidiamo nella divina misericordia.
Mi alzerรฒโฆ
Fonte: Monaci del monastero di S.Vincenzo Martire โ Bassano Romano (VT)