La luce e le tenebre.
Il pensiero dominante, che oggi accompagnerร , nonostante pandemie e divieti, la stragrande maggioranza della gente, รจ la fine dellโanno; un giorno e soprattutto una notte da festeggiare con riti diversi, ma con la costante di voler rigettare tutti i mali passati e propiziare il futuro.
ร sorprendente costatare come la liturgia, che la Chiesa ci propone per questo giorno ignori completamente questa realtร . Addirittura, quasi in tono di sfida, ci fa ancora una volta riflettere sul Prologo del Vangelo di Giovanni proponendoci le stesse parole con cui inizia anche la Genesi, il primo libro della Scrittura Sacra: ยซin principioโฆยป.
Si parla di un principio senza data, quasi ci si volesse far astrarre dal tempo, ma per dirci che รจ stato lo stesso Dio a creare e riempire il tempo di tutto ciรฒ che esiste, cominciando da noi uomini, creati a sua immagine e somiglianza. Siamo sollecitati perciรฒ, a partire dalle nostre artificiose suddivisioni, a guardare al tempo in prospettiva di eternitร e a riempirlo di sacro. Allora principio e fine si fondono nella continuitร e noi a vivere quello spazio che ci รจ concesso.
Il tempo senza Dio diventa un susseguirsi di istanti che consumano e bruciano il tempo perchรฉ non vissuto nella veritร e nella feconditร . In questa prospettiva comprendiamo meglio lโalternanza della luce e delle tenebre, della cronaca senza significati reali e della storia che diventa sacra. Si tratta in fin dei conti o di accettare Dio come Signore della storia o di abbandonarci ai nostri calcoli umani e alle nostre penose solitudini.
San Giovanni ci ricorda che รจ venuta la luce vera che illumina ogni uomo, che รจ venuta tra la sua gente, ma che i suoi non lโhanno accolta. A coloro che perรฒ lโhanno accolta ha dato il potere di diventare figli di Dio. Ecco la vera qualifica e la suprema aspirazione a cui dobbiamo tendere ogni giorno, per tutto il tempo che ci รจ concesso.