Chiamata di San Paolo
Non è casuale che la conclusione della settimana di preghiera per l’unità dei Cristiani coincidesse con la festa della conversione di San Paolo. Troppo spesso facciamo tanti discorsi riguardo l’unità dei cristiani però nel concreto siamo ancora lontani uni dagli altri perché ognuno pensa di possedere il monopolio della verità.
Quindi senza una vera conversione individuale, come quella di Paolo, non si raggiungerà mai il traguardo. Per lui, come lo sappiamo, tutto ebbe inizio da un incontro personale con il Cristo Risorto, alle porte di Damasco. Che incontro però! Un incontro che ha cambiato in un attimo il primo nemico della Chiesa nascente, per trasformarlo in un grande difensore e messaggero di Cristo.
“Andate in tutto il mondo e proclamate il vangelo ad ogni creatura”. Ormai San Paolo, afferrato da Cristo, si è appropriato di queste parole del vangelo di oggi. Anche oggi Cristo, mediante la Chiesa, continua a mandarci ad annunciare il vangelo, questa lieta notizia di liberazione di ogni creatura, e fino ai confini della terra. San Paolo VI scrisse che la Chiesa esiste per evangelizzare. Quindi in forza del battesimo che abbiamo ricevuto siamo chiamati senza distinzione a evangelizzare e il contenuto dell’evangelizzazione, è una persona, Gesù.
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Il grande annuncio è che Gesù ci ama indipendentemente dei nostri limiti, Dio si serve di tutto, anche dei limiti, basta riconoscerli e lasciarsi aiutare da Lui. Chi abbia mai pensato che Cristo potesse servirsi di una figura come quella di San Paolo? Ma ecco, l’esperienza dell’incontro con la persona di Cristo, gli ha radicalmente cambiato la vita.
Infatti per annunciare nella semplicità l’amore non c’è bisogno di una laurea ma di aver fatto l’incontro personale con Cristo come, appunto, San Paolo.
Monaci Benedettini Silvestrini
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