Monaci Benedettini Silvestrini – Commento al Vengelo del 12 Gennaio 2022

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Guarigione della Suocera di Pietro e la preghiera di Gesù.

La Suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Questo è uno dei dettagli fondamentali che incontriamo nel vangelo di oggi, e che subito colpisce la nostra sensibilità. Perché rispecchia il vero senso di Chiesa, quello di accorgersi degli ultimi, ossia delle persone specialmente quelle che soffrono, ed adoperarsi per aiutare loro in diversi modi, intercedendo per loro, come nel vangelo di oggi per il caso della suocera di Pietro.

“Egli, accostatosi, la sollevò prendendola per mano; la febbre la lasciò ed essa si mise a servirli”. I verbi che incontriamo in questa frase non sono da ignorare perché descrivono la prassi normale attraverso cui la Grazia agisci nella vita dell’uomo: accostarsi, sollevare, prendere per mano e guarire. Solo alla fine, in qualche modo, come segno di riconoscenza, c’è l’azione della donna: si mise a servirli. Chiaramente possiamo dedurre che il lavoro lo fa Cristo.

Invece noi siamo di solito preoccupati di dover fare tutto noi, purtroppo dimenticando che da soli non ci salviamo. Infatti il Cristianesimo è lasciarsi sanare e non trovare strade di autoredenzione. L’autoredenzione è una delle falsità preferite dal maligno. Effettivamente, a volte, spinti dall’orgoglio, pensiamo di essere liberi, quando non abbiamo bisogno di nessuno. Invece se la Suocera di Pietro avesse ragionato nella stessa logica probabilmente sarebbe morta.

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Quindi ribadiamo che bisogna lasciarsi aiutare, lasciarsi amare, lasciarsi toccare, lasciarsi portare… avere soprattutto fiducia negli altri, che possono intercedere per noi. Per noi monaci, la lezione più grande del vangelo odierno non consiste nella guarigione della suocera di Pietro che anche questa non è da sottovalutare ma nella preghiera. “Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava”.

Gesù, nella sua duplice dimensione, come tutti noi, sente pure la stanchezza dopo tutto quello che ha fatto fin ora, tra predicazioni, esorcismi e guarigioni. Ma è molto interessante perché Gesù non si ritira per un semplice relax ma per pregare cioè per essere in contatto con suo Padre, un contatto per rifare le forze, perché cosciente, che da solo non ce l’avrebbe fatta, soprattutto come dice: il suo cibo è fare la volontà del Padre suo.

Quindi anche noi, spesso vittime della frenesia odierna, troviamo in questo gesto di Gesù un esempio da imitare perché ritirarsi per pregare è ritornare all’essenziale della vita, e da lì ripartire. Infatti San Benedetto nella Regola scrive: Nulla anteporre all’amore di Cristo.