E’ oggi… è ora…
Le parole del Vangelo di oggi sono di un’attualità estrema. Infatti Gesù disse: “A chi posso paragonare questa generazione? E simile a bambini che stanno seduti in piazze e, rivolti ai compagni, gridano: Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto”. Infatti sembrano descrivere l’indifferenza, l’insensibilità, che caratterizza il mondo di oggi.
Praticamente non c’è niente che vada bene a questi bambini. Non è per caso che Papa Francesco sta denunciando questa cultura dell’indifferenza, dell’insensibilità. Giovanni Battista non li ha accontentati, perché viveva una vita di ascesi troppo rigorosa. Dice il testo: “È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e hanno detto: ha un demonio. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori.”
Il più delle volte chi ha la critica facile lo fa in modo da avere una scusa per non fare qualcosa in prima persona. È sempre meglio puntare il dito che rimboccarsi le maniche, ma anche se questo è chiaro a tutti, continuiamo a vivere con un’apatia diffusa. Il problema non è nemmeno il modo, perché chi in fondo non vuole mettersi in gioco trova sempre un modo per non farlo.
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Si può essere sobri come Giovanni e finiranno per dire che sei troppo strano. Si può essere relazionali come Gesù e finiranno per leggere tutto questo con ambiguità. Nel nostro cammino di Avvento, il vangelo odierno ci chiama a cambiare i mondi ma non a partire dagli altri ma da noi stessi.
Purtroppo, spesso siamo noi oggi quei bambini che non si lasciano implicare. Alla luce della pericope di oggi, ciascuno si potrebbe fare una domanda seria: in che modo mi sto preparando per accogliere il Figlio di Dio che viene nel mondo? Amen!
Monaci Benedettini Silvestrini
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