“Voi siete la luce del mondo”.
E’ rimasta famosa la frase di San Giovanni Paolo II rivolta ai giovani, che i cristiani di oggi sono “sciapi”, non danno sapore al mondo… L’immagine alquanto evangelica che la liturgia di oggi ci propone. Ecco la nostra missione, grandissima missione, essere uomini e donne che danno sapore e senso alla vita, che danno luce e convinzioni agli altri.
Perché è forte il rischio di essere insipidi, di perdere quella novità a cui tutti dovrebbero poter guardare, per imparare a sperare in Dio. Se i discepoli venissero meno al loro compito rispetto al mondo, non servirebbero più a nulla, anzi, rischiano di essere “gettati via e calpestati…”. Nella frase “voi siete” il Signore esprime una grande fiducia nei nostri confronti! Ma anche grande responsabilità per i discepoli nei confronti di coloro a cui sono mandati! Il “voi siete”, costituisce già un’entità, data certo come dono, in unione con Gesù, vera “luce degli uomini”.
La luce, che non può essere nascosta come una città elevata e che sarebbe assurdo metterla sotto il letto come la lucerna in casa che sono le “buone opere” dei discepoli. Si tratta di quelle opere che rendono visibili la giustizia, la misericordia, la pace, l’impegno sociale dei discepoli per mezzo delle quali si rivelano autentici figli di Dio. Infatti questo dovere, coerente e pratico dei discepoli, è un irraggiamento di quella luce che deve condurre gli uomini a riconoscere la fonte luminosa e sapienziale: il Padre che è nei cieli.
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Monaci Benedettini Silvestrini
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