Ecco l’Agnello di Dio….
Gloria nei cieli e gioia sulla terra. La gioia nasce dal credere che la vittoria è già ottenuta da Dio. Ora tocca a noi fare la nostra parte. Nella prima letture di oggi San Giovanni apostolo ci dice che per l’uomo vivere è appartenere: o si è figli di Dio o si è figli del diavolo.
Ma ci offre anche criteri chiari per discernere fra questi due tipi di appartenenza. Chi pratica la giustizia è giusto come Gesù è giusto. Invece chi commette il peccato viene dal diavolo. Nel brano del vangelo poi emerge ancora la figura di Giovanni Battista, stavolta, con due dei suoi discepoli guarda intensamente Gesù passare e ripete: “«Ecco l’agnello di Dio!». E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù”.
Quando facciamo la lectio Divina è molto importante soffermarci sui verbi. Per esempio: stare, fissare, parlare… sono i verbi che il Vangelo di oggi usa per raccontarci come avviene la vera evangelizzazione. Giovanni Battista non mantiene con sé i suoi discepoli, ma piuttosto li prepara all’incontro con Cristo, il sommo maestro. Difatti “annunciare il vangelo non è sedurre, cioè non è condurre a sé, ma è condurre a Cristo e necessariamente saper fare un passo indietro, lasciando che sia Cristo a prendere lo spazio più decisivo.
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Ma tutto questo sempre nella concretezza di una relazione. Ecco perché si annuncia il Vangelo “stando” con la gente, cioè costruendo delle relazioni stabili e affidabili, condividendo il tempo e le cose, e lasciando che la semplice “presenza” divenga essa stessa Vangelo. Si evangelizza con lo “sguardo”: gli altri si accorgono subito verso cosa o chi abbiamo orientato la nostra vita”.
Le vie attraverso cui Dio si fa incontrare dall’uomo sono innumerevoli e varie. Il più delle volte però è importante la mediazione umana, come emerge chiaramente nel vangelo di oggi. Condurre a Cristo è la missione di ogni cristiano chiamato a lavorare al servizio del regno. Però senza dimenticarci che nessuno è in grado di farlo se prima non l’ha incontrato lui stesso, attraverso un’esperienza profonda e personale. Amen!
Monaci Benedettini Silvestrini
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