La selezione.
Leggiamo ancora una parabola del Regno e della fine del mondo. Affluiscono pesci buoni e pesci cattivi nella rete gettata dal Signore nel mare del mondo, come cresceva la zizzania insieme al grano nel campo del Signore. Noi, specie se ci annoveriamo nel cerchio dei cosiddetti buoni, siamo impazienti di vedere la selezione finale.
Procura un enorme fastidio vedere pesci cattivi, appesantire inutilmente la rete, con il rischio di farle strappare, come รฌrrita vedere che la zizzania invada il campo e addirittura sembra prevalere sul grano buono, che appare come mortificato da quell’erbaccia. Il Signore sa che il male ci infastidisce, sa del nostro zelo e della nostra impazienza, mentre noi non siamo in grado di comprendere nรฉ il suo amore nรฉ la sua giustizia, nรฉ la sua pazienza.
I tempi di Dio sono molto diversi dai nostri: Egli vede in chiave di eternitร , noi siamo impauriti dal tempo che ci sfugge per condurci alla fine. Il nostro senso di giustizia e molto approssimativo e sommario. Egli, il Signore, solo Lui sa coniugare perfettamente amore e giustizia, misericordia ed equitร , presente e futuro…
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Dobbiamo saper attendere quell’ultimo giorno e imparare sin da ora che l’argomento dell’esame sarร l’amore sentito e manifestato concretamente nella caritร operosa. Allora vedremo anche la sorte dei pesci cattivi e della zizzania. Vedremo ardere anche i fastelli dei tralci secchi, ma soprattutto comprenderemo che i primi a beneficiare dell’attesa e della pazienza di Dio siamo stati proprio noi.
Allora la nostra perplessitร o incomprensione di oggi si cambierร in canto di lode e di benedizione, in eterno.
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