I martiri non rinnegano ma scelgono.
“Guardatevi dagli uomini perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe.” Queste parole di Gesù confermano quello che ci viene raccontato nella prima letture di oggi. Infatti è un episodio che sembra rovinarci così subito la gioia del Natale.
Però pensandoci bene il martirio di Stefano è molto attinente al Natale perché il protomartire ha accettato di perdere la sua vita per amore di Cristo nato proprio ieri. Scrisse San Fulgenzio di Ruspe: ieri il nostro Re, rivestito della nostra carne e uscendo dal seno della Vergine, si è degnato di visitare il mondo; oggi il soldato uscendo dalla tenda del corpo, è entrato trionfante nel cielo.
Al diacono Stefano, uomo ammirevole, fu affidata dapprima la cura delle vedove, perché, secondo il giudizio e la scelta che di lui fecero gli Apostoli, per la sua saggezza spirituale, era stato travato uomo fedele, pieno di Spirito Santo. Infatti dicono gli Atti degli Apostoli: Stefano, pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e miracoli. Il martirio di Stefano non è per niente fanatismo, è invece pura esigenza dell’amore.
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Disse San Gregorio di Nissa: non affliggiamoci, perciò quando siamo combattuti e subiamo persecuzione; piuttosto rallegriamoci, per questo l’eroico Stefano gode delle pietre che gli piovono da ogni parte, accoglie con desiderio i colpi e prega che non sia loro imputato tale delitto. Quindi alla luce del martirio di Stefano scopriamo che i martiri sono prima di tutto persone innamorate intimamente della vita, ma messi davanti a dover scegliere per quale motivo vivere, preferiscono non rinnegare quel motivo fino a morirne, perché non avrebbe più senso vivere rinnegando il motivo per cui la vita vale la pena di essere vissuta ossia Gesù.
Possiamo dire che si tratta proprio di scegliere tra ciò che vale da ciò che non vale. È un ottimo criterio che ci può aiutare a domandarci se stiamo scegliendo oppure ci stiamo soltanto lasciare trasportare dagli eventi.
La cosa consolante però è che per quanto tragica possa essere la storia del martirio, il vangelo odierno risuona come un incoraggiamento: “quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi”. Amen!
Monaci Benedettini Silvestrini
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