Un vangelo incoraggiante!
Ci viene riproposta oggi la parabola del seminatore oggi, non come una pedissequa e inutile ripetizione, ma a mo’ di sottolineatura dell’importanza che la Parola deve avere nella vita del credente. Inoltre, la lettura continua feriale del vangelo di Matteo ci fa penetrare meglio il cammino che l’evangelista stesso propone alla comunità per la quale scrive, che è percorso lungo, il quale si deve modulare la nostra esperienza di battezzati.
Se la parabola è chiara, altrettanto non lo è il nostro comportamento, specie nei confronti di ciò che è stato seminato in noi. Non vi sono delle caratterizzazioni stabilite, questo sarebbe contrario alla stessa dottrina cristiana, in quanto predestinerebbe alcuni alla dannazione e altri alla vita eterna.
Quando infatti si interpretano i terreni (strada, sassi, spine, terra buona) come caratteri predeterminati di un individuo, si nega qualsiasi possibilità di cambiamento e di conversione. Forse allora Gesù vuole dirci che ognuno di noi può essere, nei vari momenti della propria esistenza, tanto terreno buono quanto strada e che l’impegno è proprio nel cercare di divenire ogni giorno terra fertile, nonostante le aridità, le infedeltà e le preoccupazioni.
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È un vangelo che incoraggia e non certo una pagina che vuole innalzare i perfetti e relegare gli altri in una strada senza uscita. Tutti dobbiamo cercare quel seme. E ricordarci che: «Il seme è la parola di Dio, il seminatore è Cristo: chiunque trova lui, ha la vita eterna».
Monaci Benedettini Silvestrini
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