C’era un uomo…
Il Signore ha giurato e non si pente: “Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melchisedek. Più volte nella Lettera agli Ebrei si parla di Gesù sacerdote, secondo l’ordine di Melchisedek. Secondo il salmista il re ideale, discendente di Davide a Gerusalemme, è proclamato da Dio sacerdote al modo di Melchisedek.
Quindi l’autore della nostra lettera applica questo titolo a Gesù perché egli è il Cristo cioè il Messia, discendente di Davide. La scena raccontata nel vangelo di oggi riguarda la guarigione di uomo con la mano inaridita avvenuta il giorno di sabato. Questa volta però la discussione non riguarda discorsi teologici o interpretazioni come nei giorni scorsi (ad esempio il commento di ieri), ma la sofferenza concreta di una persona, dice il testo: “C’era un uomo che aveva una mano inaridita, e lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato per poi accusarlo. Egli disse all’uomo che aveva la mano inaridita: «Mettiti nel mezzo!»”.
Finalmente solo Gesù sembra prendere sul serio la sofferenza di quest’uomo; invece, gli altri sembrano tutti preoccupati solo di avere ragione. Diciamo un po’ come qualche volta capita anche a noi che, per lo zelo di voler avere ragione, perdiamo di vista l’essenziale. Alla luce del vangelo di oggi, Gesù ci fa vedere che il punto di partenza deve sempre essere la concretezza del volto dell’altro.
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“C’è qualcosa di più grande di ogni Legge… ed è l’uomo”. Come sarebbe bello pensare dove siamo posti anche noi in questo racconto. Pensiamo come Gesù o come gli scribi e i farisei? E soprattutto avvertiamo che Gesù fa tutto questo perché l’uomo con la mano malata non è uno anonimo, ma ciascuno? Amen!
Monaci Benedettini Silvestrini
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