Il giorno di festa.
Il Signore è fedele al suo patto! Per questo gli renderò grazie con tutto il cuore, nel concesso dei giusti e nell’assemblea. Grandi sono le sue opere, le contemplino coloro che le amano. Dio risponde alle nostre necessità: ci dona il cibo in abbondanza, non abbandona chi ha fame e sete di giustizia. Questa certezza ci sostiene nel nostro pellegrinaggio terreno. Il piccolo dibattito del Vangelo di oggi riguarda l’osservanza della legge del riposo, in ebraico shabbàth.
Dice il testo: “In un giorno di festa Gesù passava per i campi di grano, e discepoli camminando, cominciarono a strappare le spighe. I farisei gli dissero: «Vedi, perché loro fanno di sabato quel che non è permesso?»”. Alla luce della Legge questi farisei hanno completamente ragione però Gesù ne approfitta per dire cose giuste, sottolineando le storture della mentalità che li condanna. Infatti se ci si ferma semplicemente all’esteriorità basta citare un analogo fatto compiuto dal re Davide per giustificare l’accaduto.
“Non avete mai letto quel che fece Davide, quando si trovò nel bisogno ed ebbe fame, lui e i suoi compagni? Ma qui Gesù non intende difendere Davide re, ma dà una nuova lettura della Legge, che non è più la lettura della pura formalità, dell’apparenza, della correttezza esteriore. Non si è delle brave persone semplicemente perché si viene la domenica in chiesa, ma perché si è compreso davvero il valore della festa.
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Diversamente, è vero quel detto Cinese: “il saggio indica la luna e lo stolto guarda il dito”. “Una visione troppo miope della Legge alla fine ci fa perdere di vista una verità essenziale”. «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato; perciò, il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato». Amen.
Monaci Benedettini Silvestrini
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