C’è sempre una soluzione…
“Non siano come i loro padri, generazione ribelle e ostinata, generazione dal cuore incostante e dallo spirito infedele a Dio”. Infatti, un grave rischio ci attende ogni giorno: essere incostanti nella fedeltà a Dio. Forse presumiamo di essere sempre sulla buona strada. Sarebbe meglio ogni tanto chiederci se per caso non siamo in realtà dei ribelli di fronte a Dio. Una cosa ci può liberare da questo rischio: accettare Gesù come l’unica risposta alle nostre preoccupazioni, alle nostre malattie…
Effettivamente, come ci viene raccontato nel Vangelo di oggi, “si seppe che era in casa e si radunarono tante persone, da non esserci più posto neanche davanti alla porta, ed egli annunziava loro la parola”. La fama, che gli ha procurato il lebbroso guarito del Vangelo d’ieri, diventa realtà in questo brano di oggi, in cui, la sola informazione che Gesù è in casa, ha come conseguenza, un assembramento così numeroso, che diventa impossibile perfino di entrare in case. In questa situazione solo chi è forte ce la può fare e chi è diversamente abile (e non solo fisicamente), non ce la potrà fare mai.
Ecco il motivo per cui il paralitico è accompagnato dagli amici, con l’intenzione di farlo entrare dentro casa, proprio davanti a Gesù. E anche se abbiano trovato una situazione difficile da superare, eppure non si lasciano scoraggiare e trovano un ingegnoso modo per aggirare l’ostacolo: “Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov’egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico”.
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Evidentemente il vangelo di oggi ci spiega in che modo dobbiamo agire per rendere ancora efficace l’incontro con Cristo. Mai cioè scoraggiarsi, qualunque siano gli ostacoli. “Liberati dal peccato e diventati in Cristo creature nuove, siamo chiamati a essere segni vivi del Dio che ama e perdona, gratuitamente ogni uomo. Amen!
Monaci Benedettini Silvestrini
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