Il regno dei cielo è vicino.
Chi si rende infedele al contratto d’amore matrimoniale è un adultero. Perciò Gesù chiama generazione adultera gli ebrei, suoi contemporanei, che si ostinavano in una infedeltà con l’alleanza contratta con Dio. Non hanno perciò diritto di pretendere un particolare segno oltre ai molti segni che egli offriva a tutti, per poter credere al Cristo.
O meglio, verrà dato loro un segno ma non ora: allorché il Messia penderà, crocifisso, dalla croce a cui lo hanno ingiustamente condannato e quindi dopo un breve “soggiorno” nel sepolcro, risorge glorioso. Sarà allora quel segno di Giona, rimasto nell’abisso per tre giorni, a testimoniare ancora più chiaramente a favore di Gesù.
C’è qui un richiamo evidente alla fedeltà nei confronti del Signore, fedeltà alle promesse battesimali e ai nostri impegni contratti successivamente anche verso il nostro prossimo. La fede e la certezza della risurrezione ci aiutano a superare gli ostacoli della vita presente in vista di quella futura. Non ci mancano i segni, è solo troppo debole la nostra fede per saperli riconoscere. Perciò chiediamo: “Signore, aumenta in noi la fede”.
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Monaci Benedettini Silvestrini
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