Vieni, Signore Gesù!
Con quale autorità fai questo? Chi ti ha dato questa autorità? Questa domanda dei sommi sacerdoti e degli gli anziani del popolo, probabilmente è da collegare con il gesto simbolico-profetico di Gesù che purifica il tempio, un gesto con cui afferma di essere ormai lui tempio vero nel quale si può incontrare il Dio.
Qui si tratta di una vera inchiesta per imputare Gesù. La replica di Gesù non è una scappatoia ma piuttosto un modo elegante per smascherare la cattiva fede dei suoi avversari. Gesù, dunque, insegna con autorità, un’autorità che gli viene addirittura riconosciuta dai suoi nemici, un’autorità che originerà stupore nei suoi concittadini che notano la differenza tra il modo fresco e significativo di parlare di Gesù e quello abitudinario e noioso degli scribi.
Lo scandalo degli anziani e dei dottori della legge nasce dal fatto che, secondo loro, davvero Gesù non ha nessun tipo di autorità, non è uno scriba, non si è preparato per anni a leggere e interpretare i rotoli della Torah. Però insegnava con autorità perché parlava della propria divina esperienza, parlava di Colui che l’aveva mandato.
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E quindi Gesù è poco capito e fa stupire i suoi interlocutori. Gesù, Maestro autodidatta, “è credibile perché non fa della sua cultura un’arma per affermare una diversità o per affermare un potere, ma davvero la usa per condurre il popolo semplice alla presenza di Dio”. Dio è sempre imprevedibile nelle sue vie; per riconoscerlo ed accoglierlo sono indispensabili la purezza di cuore, l’umiltà e la libertà.
Abbiamo bisogno di luce, Signore, in questi tempi di confusione e di smarrimento, abbiamo bisogno di certezza e tu solo ce le puoi dare: vieni Signore Gesù, non tardare! Amen.
Monaci Benedettini Silvestrini
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