L’espressione comune, di fronte a situazioni che ci coinvolgono spesso dolorosamente, è problematica e fors’anche pericolosa: rischia di attribuire a Dio intenzioni che a noi sfuggono e di fronte alle quali fatichiamo a trovare risposta. L’espressione, però, ci pone di fronte a un interrogativo inevitabile per ogni credente serio e responsabile: che cosa vuole Dio da noi? qual è la volontà di Dio?
Nei momenti di dubbio e di difficoltà sarebbe rassicurante sapere con certezza il “disegno” di Dio su di noi, un progetto nel quale tutto ciò che riguarda la nostra vita, nel bene e nel male, nella gioia e nella sofferenza, trova posto e acquista senso. Ma così non è! Poiché Dio non ci mette davanti ad un programma già prestabilito e che noi dovremmo semplicemente eseguire. Questo non rispetterebbe la nostra libertà, e dunque neppure la nostra dignità di “figli”.
Interroghiamo allora la “Parola di Dio”, interpretata e vissuta in primo luogo dal Figlio per eccellenza, Gesù: qui troviamo alcune indicazioni che possono venirci in aiuto. Vi troviamo, ad esempio, che «le vie di Dio non sono le nostre vie» e che «i pensieri di Dio non sono i nostri pensieri», dunque discernere la volontà di Dio è difficile e comporta sempre anche il rischio e la sfida della nostra libertà di scelta. Troviamo anche scritto che sono «beati quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica» (Lc 11,28), che «Dio vuole la nostra salvezza» (Rm 1,16 e in numerosissimi altri passi), e che di Gesù stesso si dice: «Sono sceso dal cielo per fare non la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato» (Gv 6,38). Perciò nell’esempio e nella parola di Gesù possiamo trovare indicazioni certe sulla “volontà” effettiva di Dio.
Il mistero dell’incarnazione è qui fondamentale: la volontà di Dio per ogni essere umano passa attraverso la sua storia, come pure attraverso le scelte personali di ognuno passa la risposta a tale volontà. La risposta alla volontà di Dio va “inventata” o “decifrata” ogni volta alla sua presenza.
I contributi proposti nel dossier intendono offrire un aiuto in primo luogo per una seria riflessione su questo orientamento di fede e poi anche guidare ad una presa di coscienza sulla responsabilità propria di ognuno nelle vicende della sua vita.
- «Dio ha voluto così»: dal Dio assente e lontano al Dio presente e vicino, di Alberto Carrara. Il contributo parte da una domanda-chiave: Che cosa sta all’inizio: Dio che stabilisce l’ineluttabile o l’ineluttabile che chiama in causa Dio? La riflessione individua un possibile orientamento per la risposta nel «Dio del Vangelo», «dalle mani inchiodate e dalla faccia tumefatta». Qui può trovare risposta anche l’atteggiamento del credente, tra abbandono e ribellione.
- Dio ha voluto così! Una sfida alla nostra immagine di Dio, di Paola Bigna Partendo dalla constatazione che «davanti a ciò che accade la gente comune oggi non pensa che c’entri Dio», la riflessione pone un interrogativo di fondo: fatalisti o credenti? Il diverso sguardo sulle vicende della vita mette in gioco la nostra immagine di Dio. Per il credente tutto può trasformarsi in grazia.
- La Provvidenza: in che modo Dio ha a che fare con gli eventi della nostra vita?, di Alberto Quali conseguenze ha nella vita di un credente fidarsi della Provvidenza divina? La risposta sta nel modo di comprendere il possibile intervenire di Dio nelle cose della vita umana. Dio non compare semplicemente nell’orizzonte di esperienza come una delle cause di questo mondo.