Pace e bene, questa domenica il Battista ci invita con forza a volgere il cuore al Signore che viene!
Accogliamo questo invito, decidendoci nuovamente per Lui, fonte del vero Amore!
Si avvicina il Natale e il brano di oggi ci presenta Giovanni in una condizione nuova. Non è nel deserto a predicare ma in carcere, al buio, dove vive la sua “notte dei sensi”. Attraversa dubbi e angosce: sicuro che sia proprio Gesù il Messia che aspettavamo? Giovanni lo aveva annunciato, ne aveva preparato la sua venuta, ma Gesù è diverso da come se lo sarebbe aspettato e i conti non gli tornano. Così accade spesso anche a noi: quando le cose non vanno come avremmo pensato, quando Dio non interviene come avremmo voluto, è facile che si addensino le nubi del dubbio: sicuro che ci sei? Che mi ami? Che mi hai a cuore?
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Giovanni manda degli emissari da Gesù per chiedergli direttamente: «sei tu quello che aspettavamo o no?». Gesù risponde a Giovanni citando i passi della Scrittura che si compiono in Lui, passi che parlano di guarigioni del popolo, di liberazione dal male, di restituzione della vista… Passi che parlano di misericordia, di cura, di vittoria contro il male e ciò che opprime l’uomo.
Gesù è veramente l’atteso, che comunque supera ogni attesa, non essendo solo un uomo mandato da Dio ma Dio stesso fattosi uomo! E Gesù conclude dicendo: «beato chi non si scandalizza di me». Sì, è beato chi accoglie Gesù per come è, che non si lascia bloccare dai propri schemi e dalle proprie aspettative, continuando a proiettare su Dio le proprie categorie.
Giovanni si aspettava qualcuno diverso, più duro, intransigente, giustizialista. Ma non rimane prigioniero delle sue aspettative, si apre “al di più” di Cristo, lasciandosi evangelizzare e lì trova pace. Anche noi possiamo trovare pace aprendoci al vero volto di Dio, lasciandoci mettere in discussione nelle nostre convinzioni, imparando a fidarci anche quando non tutto si svolge secondo i nostri criteri.
E Gesù conclude con una parola che ci riempie di gioiosa speranza: « fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui». Cosa significa? Che chiunque accoglie per mezzo della fede di Gesù diventa “più grande” di qualunque profeta dell’AT o di qualsivoglia religione, non perché è più bravo, ma perché accoglie in se la presenza di Dio, che viene a regnare in Lui. Per mezzo del battesimo siamo diventati sua
dimora, suo tempio. Quanto ne siamo consapevoli? Quando ci lasciamo condurre dall’amorevole presenza dello Spirito?
Ecco, in questa domenica, chiediamo al Signore che ci aiuti a crescere, attraversando anche i nostri momenti bui, scoprendoli come preziose occasioni per aggrapparci a Lui. E riscopriamo la grandezza di ciò che abbiamo ricevuto nel battesimo, dove siamo diventati figli, figli di Dio, partecipi della sua stessa vita!