Missionari della Via – Commento alle letture di domenica 29 Ottobre 2023

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Pace e bene, questa domenica siamo ricondotti al centro di tutto: Amare Dio e il prossimo come noi stessi. Che il Signore ci aiuti affinché ogni nostra azione da qui parta e qui tenda…

Una domanda posta a Gesù per coglierlo in fallo viene usata da Lui per  condurci al cuore della legge di Dio: amare. Del Vangelo di oggi  vogliamo cogliere quattro piccoli spunti. Gesù, innanzitutto, usa un  verbo al futuro, amerai, per indicare un’azione mai conclusa, che durerà  quanto il tempo. Non siamo nel campo di una scelta momentanea, di  un’opzione nobile ma passeggera, di un optional, un po’ sì e in po’ no.  Qui si tratta di qualcosa di duraturo, necessario, di avere un rapporto  vero, autentico. Hanno domandato a Gesù quale sia il più grande  comandamento e Lui invece ne elenca due.

«La vera novità non consiste  nell’avere aggiunto l’amore del prossimo, era un precetto ben noto  della legge antica, ma nel fatto che le due parole insieme, Dio e  prossimo, fanno una sola parola, un unico comandamento. Dice infatti:  il secondo è simile al primo. Amerai l’uomo è simile ad amerai Dio. Il  prossimo è simile a Dio, il fratello ha volto e voce e cuore simili a Dio. Il  suo grido è da ascoltare come fosse parola di Dio, il suo volto come una  pagina del libro sacro» (p. Ermes Ronchi). 

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E non solo ma Gesù aggiunge quasi un terzo comandamento: «Amerai  il tuo prossimo come ami te stesso». È come se ci dicesse: «ama te  stesso, amati come un prodigio della mano di Dio, scintilla divina» (p.  Ermes Ronchi). Per questo occorre imparare ad amarsi nella verità, come  Egli ci ha amato, perché «possiamo correre il rischio di amarci in modo  sbagliato, cioè, desiderare il male, non il bene, amare il vizio, non la  virtù. Se un simile uomo ama gli altri come sé stesso e vuole per gli altri  le cose che vuole per se stesso, poveretta la persona che è amata così!  Sappiamo invece dove ci porta l’amore di Gesù: alla verità, al bene, al  Padre» (p. R. Cantalamessa).  

Infine, Gesù non ci dice solo di amare con tutto il cuore, l’anima e la  mente, ma vi aggiunge un’altra parolina che dice una radicalità: tutto.  Senza questo tutto non è amore ma convenienza, non è dono totale ma  occasionale, ridotto a qualcosa che posso fare o non fare, insomma, non  è amore vero. Noi spesso amiamo se ci conviene, fino a quando ne  abbiamo voglia, fino a quando ne abbiamo un tornaconto.

Amiamo a  metà perché doniamo spesso il nostro cuore a cose di poco conto,  amiamo ciò che non vale la pena amare, amiamo ciò che non è amore ma possesso! Per questo occorre andare a scuola dell’amore. Guardare  come Cristo ama, attingere a Lui, fonte dell’amore, per essere anche noi  riflesso del suo amore, e non una volta ogni tanto ma sempre.

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Mt 22, 34-40 – Missionari della Via 437 kb 17 downloads

Cosa significa per me amare il Signore? Come vivo il rapporto con Lui? …

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