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Missionari della Via – Commento alle letture di domenica 28 Aprile 2024

Domenica 28 Aprile 2024
Commento al brano del Vangelo di: Gv 15, 1-8

Pace e bene! Questa domenica lasciamoci parlare al cuore dalla bellissima immagine della vite unita ai tralci, ricordandoci che il Signore fa di tutto perchè portiamo frutto e che nelle sue mani tutto concorre ad un bene più grande!

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Gv 10, 11-18 | Missionari della Via 346 kb 6 downloads

Signore, aiutami a discernere, tra le tante voci di questo mondo, il  suono della…

È davvero bello il Vangelo di oggi. Ci parla di portare frutto nella nostra  vita, vivere senza portare frutto, senza far nulla è davvero frustrante.  Quante persone si sentono inutili quando hanno perso un lavoro, quando  non portano a casa il frutto del loro lavoro. Ecco, noi dobbiamo avere  riscontro di ciò che facciamo. Del Vangelo di oggi vogliamo dunque  cogliere tre istruzioni su come dare frutto. 

Innanzitutto Gesù ci dice di essere innestati nella vita vera e non nella vita  falsa. Infatti di sé dice: «io sono la vera vite e il padre mio è il vignaiolo».  Qui dunque si tratta di attaccarsi alla linfa vera, quante volte noi ci  attacchiamo a cose che non portano frutto. Poi magari per non  ammettere il nostro errore ci prendiamo in giro, ci giustifichiamo dicendo  che le cose non funzionano, che gli altri non hanno corrisposto, che non  siamo stati fortunati, che la vita è stata ingiusta.

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Ad esempio, a livello  ecclesiale, quante volte nelle parrocchie tante cose non funzionano, ma  prima delle visite pastorali del vescovo uno prepara tutto illudendosi e  illudendo che tutto funziona alla perfezione! Quanto è importante essere  onesti con se stessi, riconoscere quando le cose non ci portano da  nessuna parte e questo anche a livello umano.

Anche nella nostra vita,  infatti, ci capita di perseguire cose che non vengono dal Signore. A volte  ci si vuol sposare con una persona, anche quando non è quella “giusta,  solo per paura della solitudine o perché prigionieri di un rapporto  malsano. A volte non si risponde ad una chiamata particolare di Dio solo  perché si è già deciso cosa fare e Dio è visto come un impiccione. Quindi  la prima cosa è chiederci a quale vite ci siamo attaccati?  

Il secondo aspetto è: come facciamo ad attaccarci alla vera vite? Come  facciamo ad essere uniti a Gesù? Così Lui ci dice: «Se rimanete in me e le  mie parole rimangono in voi». Ecco noi siamo attaccati alla vera vite che  è Cristo, se tengo nel cuore le sue parole. Se la mia vita è guidata dalla  sua Parola e non una volta soltanto. Rimanere attaccato a Gesù alla sua  Parola, significa farla dimorare nel nostro cuore affinché diventi dimora salda e non camera d’albergo.

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Spesso, infatti, le cose di Dio trovano posto  solo nei ritagli del nostro tempo. Non molte volte hanno la priorità!  Il terzo aspetto, se per grazia siamo innestati alla vera vite, è cosa occorre  potare nella nostra vita per portare più frutto. Quali peccati, quali possessi  ci appesantiscono nel nostro cammino di fede? Occorre farsi potare dalla  Parola che penetra fino al punto di divisione delle giunture e delle midolla.  È la Parola di Dio che opera in noi, naturalmente se crediamo! La spada  della Parola di Dio deve potare ciò che non va perché la linfa non si  disperda in tanti rami inutili. Certo, la potatura fa male, ma ricordiamoci  sempre che è per la vita e non per la morte!

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