Pace e bene, questa domenica siamo invitati a riscoprire la paternità di Dio e la profonda bellezza del Padre nostro, dono immenso lasciatoci da Gesù…
Oggi, XVII domenica del tempo ordinario, vogliamo soffermarci su due aspetti che il Vangelo odierno ci presenta. Gesù prega, e alla richiesta dei suoi che gli chiedono di imparare a pregare, insegna loro a pregare col Padre nostro, preghiera che racchiude tutte le preghiere. Guardando a tutto ciò è bene domandarci: come preghiamo noi? Muoviamo solo le labbra? Quanto tempo dedichiamo alla preghiera?
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Abbiamo compreso che la vera preghiera è imparare ad ascoltare nostro Signore che parla al nostro cuore e che ci parla innanzitutto attraverso la Sua Parola? I primi cristiani erano assidui nell’ascolto della parola e nell’insegnamento degli apostoli; qui troviamo quel “pane quotidiano” (insieme all’Eucaristia) che invochiamo nel Padre nostro, capace di nutrire la mente e il cuore. Che fine hanno fatto le nostre Bibbie? Il Vangelo è la lampada che illumina i nostri passi quotidiani o è il “sotto lampada” del comodino? «Ascoltare, meditare, tacere davanti al Signore che parla è un’arte, che si impara praticandola con costanza. Certamente la preghiera è un dono, che chiede, tuttavia, di essere accolto; è opera di Dio, ma esige impegno e continuità da parte nostra; soprattutto, la continuità e la costanza sono importanti…
Oggi i cristiani sono chiamati a essere testimoni di preghiera, proprio perché il nostro mondo è spesso chiuso all’orizzonte divino e alla speranza che porta l’incontro con Dio. Nell’amicizia profonda con Gesù e vivendo in Lui e con Lui la relazione filiale con il Padre, attraverso la nostra preghiera fedele e costante, possiamo aprire finestre verso il Cielo di Dio. Anzi, nel percorrere la via della preghiera, senza riguardo umano, possiamo comunicare alle persone che ci stanno vicino, a coloro che incontriamo sulla nostra strada, la gioia dell’incontro con il Signore, luce per la nostra l’esistenza» (Benedetto XVI).
Il secondo aspetto che vogliamo sottolineare è quello di imparare a chiedere, perché non tutto ciò che ci piace ci giova! Tante volte siamo come delle macchinette che domandano a ripetizione senza mai fermarci. Tante volte chiediamo senza nemmeno sapere cosa sia conveniente domandare (cfr Rom 8,26-27), per questo Gesù sottolinea che una cosa è sicura e la concede quando gliela chiediamo, ed è lo Spirito Santo! Gesù ci sta dicendo che è lo Spirito Santo che ci insegna a saper chiedere, è lo Spirito Santo che ci aiuta a leggere e ad accettare anche ciò che non viene esaudito.
Spesso il Signore ha in mente altri doni per noi, spesso Egli ci vuol condurre in modo diverso da come noi vorremmo. Il segreto è allora quello di invocare lo Spirito Santo che ci aiuta ad ascoltare la voce di Dio anche quando ci dice cose che non ci piacciono o che non vogliamo fare. Sì, è vero; Gesù ci dice di pregare sempre, ma non significa che ci verrà dato sempre ciò che chiederemo. La preghiera non è una magica medicina che elimina la sofferenza, ma è un chiedere la grazia e la forza per affrontare la sofferenza. «Chiesi a Dio di essere forte per eseguire progetti grandiosi ed egli mi rese debole per conservarmi nell’umiltà.
Chiesi a Dio che mi desse la salute per realizzare grandi imprese ed egli mi ha dato il dolore per comprenderla meglio. Gli domandai la ricchezza per possedere tutto e mi ha lasciato povero per non essere egoista. Gli domandai il potere perché gli uomini avessero bisogno di me ed egli mi ha dato l’umiliazione perché io avessi bisogno di loro. Chiesi a Dio tutto per godere la vita perché io potessi essere contento di tutto. Signore, non ho ricevuto niente di quello che chiedevo, ma mi ha dato tutto quello di cui avevo bisogno e quasi contro la mia volontà. Le preghiere che non feci furono esaudite. Sii lodato, o mio Signore, fra tutti gli uomini, nessuno possiede più di quello che ho io» (Kirk Kilgour).
VERITA’: Vita interiore e sacramenti
Com’è il tuo rapporto con Dio Padre?
CARITA’: Testimonianza di vita
Prego per le persone che devo aiutare? Cerco di mettere il cuore nel servirle?