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Missionari della Via – Commento alle letture di domenica 21 Gennaio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mc 1, 14-20

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Pace e bene, questa domenica, davanti alla prima chiamata dei primi discepoli e alla “freschezza” della loro risposta, riscopriamo la gioia di saperci cercati, guardati con amore e chiamati dal Signore, ciascuno per la sua via, e del corrispondergli prontamente!

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Mc 1, 14-20 | Missionari della Via 346 kb 13 downloads

Carità e verità sono l’essenza stessa di Dio. Sono dunque inseparabili. Infatti…

Gesù inizia il suo “ministero pubblico”, proclamando: «Il tempo è  compiuto, il regno di Dio è vicino: convertitevi e credete al Vangelo»!  Cioè: è finito il tempo dell’attesa, il tempo è compiuto, Dio è entrato  nella storia facendosi uomo! Pertanto, adesso è il momento di decidersi  per il Signore, di lasciare il vecchio modo di pensare, di abbandonare le  vecchie vie percorse, Gesù è venuto a fare nuove le cose.

«C’è un’idea  di movimento nella conversione, come nel moto del girasole che ogni  mattino rialza la sua corolla e la mette in cammino sui sentieri del sole.  Allora: “convertitevi” cioè “giratevi verso la luce perché la luce è già qui”. 

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Ogni mattino, ad ogni risveglio, posso anch’io “convertirmi”, muovere  pensieri e sentimenti e scelte verso una stella polare del vivere, verso la  buona notizia che Dio oggi è più vicino, è entrato di più nel cuore del  mondo e nel mio, all’opera con mite e possente energia per cieli nuovi  e terra nuova. Anch’io posso costruire la mia giornata su questo lieta  certezza, non tenere più gli occhi bassi sui miei mille problemi, ma  alzare il capo verso la luce, verso il Signore che mi assicura: io sono con  te, non ti lascio più, non sarai mai più abbandonato» (p. E. Ronchi).  

«Passando lungo il mare di Galilea, vide… e disse: venite dietro a me».  È bello che per portare avanti questa opera di salvezza; il Signore si vuol  “servire di noi!” Gesù cammina, guarda, chiama. Comprendiamo  dunque che l’iniziativa è sempre di Gesù. Nessuno si chiama da sé. 

Dietro ogni conversione o particolare vocazione l’iniziativa è sempre del  Signore. È Lui che passando nella vita di ognuno di noi fa udire la sua  voce, discreta, propositiva e mai impositiva, attraverso un’esperienza  forte di preghiera, un versetto della Parola che si incide nel cuore, una  voce interiore, un incontro provvidenziale, una coincidenza o meglio una “Dio-incidenza” speciale, una non pienezza di vita che spinge a  cercare, un desiderio profondo a donarsi di più, un sogno.

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La cosa certa  è che Dio passa e chiama ognuno di noi alla sequela (ognuno nella  propria vocazione), ma il Signore passa! Per questo sant’Agostino  ripeteva spesso a se stesso: «Signore ho paura che tu passi e io non me  ne accorga!». Egli, con questa sua espressione, esprimeva un solo  desiderio: compiere la volontà di Dio!  

È interessante che i discepoli vengono chiamati mentre stanno  lavorando. Sono pescatori, stanno gettando le loro reti in mare… ma le  tireranno a riva vuote, forse rotte o solo da lavare; è ciò che spesso  accade nella nostra vita quando non è visitata e abitata dal Signore. Ed  è lì, in questa non pienezza, che abbiamo l’occasione di fare spazio a  Gesù. Lui entra nei nostri fallimenti perché questi diventino luogo di  incontro con il suo amore.

I nostri fallimenti non sono l’ultima parola  ma occasioni di una nuova vita, molto più bella con Gesù! È questo che  gli apostoli percepiscono, per questo hanno la forza di abbandonare  lavoro, beni, possessi, affetti, non perché non amino più le persone ma  perché amano più il Signore che li rende capaci di amare meglio e nella  verità: amare senza possedere, amare senza chiudere nulla in cambio,  amare totalmente perché amati da Colui che è l’Amore che nulla toglie  ma che tutto dona.  

«Il desiderio di Dio è che la nostra vita non diventi prigioniera dell’ovvio,  non sia trascinata per inerzia nelle abitudini quotidiane e non resti  inerte davanti a quelle scelte che potrebbero darle significato. Il Signore  non vuole che ci rassegniamo a vivere alla giornata pensando che, in  fondo, non c’è nulla per cui valga la pena di impegnarsi con passione e  spegnendo l’inquietudine interiore di cercare nuove rotte per il nostro  navigare.

La vocazione, insomma, è un invito a non fermarci sulla riva  con le reti in mano, ma a seguire Gesù lungo la strada che ha pensato  per noi, per la nostra felicità e per il bene di coloro che ci stanno  accanto… Per accogliere la chiamata del Signore occorre mettersi in gioco con tutto sé stessi e correre il rischio di affrontare una sfida inedita; bisogna lasciare tutto ciò che vorrebbe tenerci legati alla nostra  piccola barca, impedendoci di fare una scelta definitiva; ci viene chiesta quell’audacia che ci sospinge con forza alla scoperta del progetto che  Dio ha sulla nostra vita… dobbiamo fidarci della promessa del Signore» (papa Francesco). 

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