Missionari della Via – Commento alle letture di domenica 2 Ottobre 2022

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Pace e bene cari fratelli e sorelle. Questa domenica riscopriamo la bellezza della fede, “porta” che permette alla potenza d’amore di Dio di operare in noi…

Il Vangelo di questa domenica parte da una domanda-richiesta che i  discepoli rivolgono al Signore: accresci in noi la fede. Questa richiesta  segue i versetti precedenti che parlano del perdono incondizionato.  Quanto è difficile perdonare! E questo lo constatiamo tutti! Davanti a  certe difficoltà i discepoli appunto chiedono che il Signore aumenti la  loro fede perché siano capaci di questo gesto rivoluzionario: perdonare! 

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Il Signore Gesù davanti alla richiesta dei discepoli risponde con  un’iperbole: Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a  questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi  obbedirebbe. Un gelso che si sradicherebbe, il gelso che ha radici  poderose, un gelso che si pianterebbe nel mare, è chiaro che il Signore  parla di un potere sulla natura. Ecco. la fede in Cristo dona un potere sulla  natura delle cose per noi impossibili da risolvere. Fede quanto un  granellino di senape, una cosa minuscola, la fede, infatti, non va misurata  in quantità, la fede è un rapporto, una relazione, non esiste la fede per sé  stessa.

La fede è dinamica, parte da un seme, parte piccola e diventa  grande. La fede è molto di più di un’emozione, di un miracolo, del  contemplare la natura, la fede è fidarsi di Dio quando non tutto è chiaro.  La fede è vivere nell’abbandono fiducioso quando ci assalgono l’ansia e  le paure della vita che affrontiamo. Ci sono persone che si bloccano per  cose piccole, che si arrabbiano per cose inconsistenti, che alla prima  difficoltà vanno a pezzi, e ci sono persone che vivono con la fede in  mezzo ai problemi, che spostano gelsi, che attraversano le difficoltà con  una pace infinita.

L’ansia, che è la malattia del secolo, si combatte con la  fede, la paura si vince con la fede. La scrittura ci dice: «se non crederete  non avrete stabilità!». Fede non in noi o nelle nostre capacità, ma in Cristo  Gesù! È anche bene ricordare che la fede non ci è data una volta e basta.  La fede va alimentata nella preghiera, nei sacramenti e attraverso atti di  fede. Cioè quegli atti di abbandono quando non comprendiamo tante  cose! Ci fa bene domandarci quando abbiamo fatto il nostro ultimo atto  di fede, cioè quando abbiamo detto a Dio: non capisco ma mi fido di Te! 

E qui arrivammo ai servi inutili. Alla fine di questa parabola che sembra  abbia poco a che fare con i versetti precedenti. Gli atti di fede che si  compiono, si compiono anche nel servizio che siamo chiamati a  

svolgere! Fare un atto di fede è dire: “sono stanco ma con la tua grazia  riuscirò a fare anche quest’altra cosa per il bene degli altri”. E quando  per grazia di Dio la compirò, la mia ricompensa sarà la fede stessa, sarà  la mia relazione con Gesù che cresce. Non ci sarà un pagamento in  denaro, ma di intimità con Lui. Compiere il nostro servizio è vivere la  fede. «È poter dire: siamo servi inutili, cioè non siamo imprescindibili,  non abbiamo diritto al salario, non ci si deve pagare, siamo servi che  non devono essere pagati per quello che hanno fatto, perché il Signore  è la nostra ricompensa!» (cfr don F. Rosini). 

VERITA’: Vita interiore e sacramenti

Posso dire di fidarmi del Signore e di ciò che mi dice?
Alimento la fede in Dio con concreti atti di fede?

CARITA’: Testimonianza di vita

Cerco di muovere dei passi concreti verso gli altri, anche quando costa?

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