Missionari della Via – Commento alle letture di domenica 18 Giugno 2023

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Pace e bene cari fratelli e sorelle questa domenica, entrando nel discorso missionario, chiediamo al Signore che ci aiuti a riscoprire e a vivere la gratuità dell’amore.

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Questa domenica ci è proposta la prima parte del discorso missionario.  Gesù vede le folle smarrite, come pecore senza pastore, e per questo  chiama e invia ad evangelizzare. Prima di cogliere un paio di spunti,  teniamo conto di tre coordinate utili a cogliere il senso del discorso di  Gesù, facendo eco al biblista Maggioni.

Primo: parliamo di un discorso  missionario, le cui parole sono valide per i discepoli di ogni tempo e  di ogni luogo.

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Secondo: il discorso rivela una situazione concreta,  legata ai tempi e alle condizioni dei primi missionari; ma queste norme  possono diventare ricche di senso anche per noi oggi, se le sappiamo  cogliere in quello spirito che le ha suscitate e che esse intendono  esprimere.

Terzo: nell’Antico Testamento la missione di Israele era  soprattutto nella linea del “segno” e della “rappresentanza”. Cioè  Israele diventa popolo missionario nella misura in cui si fa luce per le  genti, attraendo a Dio con la sua condotta di vita. La conversione dei  popoli è vista come evento escatologico, cioè conclusivo della fine dei  tempi. Per il Nuovo Testamento questa “fine dei tempi” è arrivata: c’è  dunque da annunciare la salvezza uscendo, andando incontro a tutti.  Non solo attirare con l’esempio, ma anche annunciare la parola con  coraggio e parresìa. Soffermiamoci brevemente su quattro punti:  preghiera, annuncio, cura e gratuità. 

Preghiera: Gesù come prima cosa chiede di pregare perché ci siano  operai del Vangelo ovvero cristiani ardenti, testimoni credenti e  credibili che sappiano accendere i cuori di coloro che li incontrano. La  missione inizia dalla preghiera, non dobbiamo dimenticarlo. Ogni  conversione, ogni vocazione è evento di grazia e il Signore ci chiede  di pregare. Che bello se ogni giorno, nella preghiera personale, fossero  sempre presenti le preghiere per la conversione dei peccatori e per il  dono di nuove vocazioni! 

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Annuncio: Gesù manda i suoi ad annunciare che il Regno dei cieli è  vicino. È un annuncio di gioia. Dio è presente, ti ama, e bussa al tuo cuore. Gesù è la nostra salvezza, e dove viene accolto, sempre nascono la gioia e una nuova vita. Questo annuncio sarà tanto più incisivo quanto più ne facciamo esperienza nella nostra vita. Siamo chiamati ad annunciare la salvezza, la cosa più bella e grande che ci sia… la domanda è: io per primo l’ho capito? 

Cura: Gesù chiede ai suoi di prendersi cura dei sofferenti e risuscitare i  morti. Chiaramente c’è una profonda dimensione spirituale in queste  indicazioni: far sentire amate e oggetto di cura le persone che si  incontrano. Se saremo mani, braccia e labbra di Cristo, sapendoci  prendere cura delle persone che abbiamo accanto, per grazia di Dio vedremo tante risurrezioni spirituali, tante persone che si rialzano, tanta  gente che torna a sperare, a pregare… Che dono e che responsabilità  essere Chiesa, Corpo di Cristo sulla terra! 

Infine, la gratuità, che potremmo dire è sorella della povertà: il  discepolo è chiamato alla gratuità, a non sottolineare quel che fa, a  non attendersi compensi, a non cercare altro se non la gioia di aver  servito per amore di Dio. Tutto ciò parte da un fatto: rendersi conto  che per primo abbiamo ricevuto tanto, anzi, tantissimo. E se Dio si  dona a noi gratuitamente, chi siamo noi per far pesare quel che  facciamo? O ambire a cariche, riconoscimenti e compensi? 

Miei cari, che il Signore ci dia la grazia di essere suoi veri e zelanti  discepoli, collaboratori della gioia di tanti! 

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