Missionari della Via – Commento alle letture di domenica 16 Ottobre 2022

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Pace e bene, questa domenica riscopriamo una necessità vitale: pregare sempre, senza stancarsi…

Il Vangelo di oggi ci presenta l’insegnamento di Gesù sulla necessità di  pregare. Pregare sempre e per che cosa e avere fiducia in Lui. «Gesù disse  poi una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai».  Questi “sempre” e “mai” sembrano una missione impossibile. Ma come è  possibile lavorare, studiare, mangiare, dormire e nello stesso tempo  pregare? Di S. Francesco d’Assisi è scritto che «alla fine della sua vita non  pregava più, era diventato preghiera» (Tommaso da Celano). Per  Francesco, come per tutti i santi la preghiera è vivere per, con e in Dio. S.  Teresina scrive così «per me la preghiera è uno slancio del cuore, è un  semplice sguardo gettato verso il cielo, è un grido di riconoscenza e di  amore nella prova come nella gioia» (S. Teresa di Lisieux). Dunque, la  preghiera non solo come una richiesta di cose ma una preghiera che  diventa riconoscenza, gratitudine, gioia, accettazione di ciò che si vive  nella vita, gioia e dolori, ascolto della sua Parola. 

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Per non farci scoraggiare nella preghiera, quando non siamo subito  esauditi, Gesù ci parla di una vedova insistente presso un giudice per  avere giustizia ottenendola alla fine solo per la sua insistenza e perché  il giudice non vuole essere più importunato. Ora, non crediamo certo  che il Signore sia come questo giudice, però a volte lo pensiamo  quando sembra essere sordo alle nostre richieste che consideriamo anche buone e opportune. Ma quale è la volontà di Dio? Su tante cose  noi non comprendiamo come Dio conduca la storia, spesso anche  attraverso momenti di dolore, di cattiveria, di sofferenza, di ingiustizie,  che di certo non vengono da Lui, ma quando tutto ci sembra insensato  Gesù ci dice: ti fidi di me? 

Gesù ci parla di questa vedova, una donna che non ha nessuno, una  persona ai margini. «Non avendo più un uomo che potesse avere dei  beni, una vedova era alla mercé della situazione e molto spesso  diventava mendicante. Lei non ha lo sposo, l’appoggio; in ebraico  marito e appoggio hanno tra loro lo stesso termine» (don F. Rosini).  Questa donna ha un nemico, ora, parafrasando, anche noi abbiamo un  nemico: il diavolo. Noi abbiamo un avversario, satan; corriamo un  pericolo e se il Signore non ci aiuta, se questo giudice non ci fa giustizia,  il nemico ci mangia. Noi spesso conviviamo con cose che sono  pericolose per noi. Siamo tentati da ogni parte.

Se nella tentazione, se in un matrimonio, se in una consacrazione non chiediamo a Dio nella  preghiera il dono della fortezza, di aiutarci, tutto andrà a rotoli, la nostra  vita, la nostra missione non sarà bella come il Signore l’ha pensata!  Spesso ci dicono che preghiamo solo quando ne abbiamo bisogno, ma  non è strano che noi preghiamo quando siamo in necessità, questo è  normale; la cosa strana è pensare di non avere necessità di pregare, che  ci teniamo in piedi solo con le nostre forze. Questa è la cultura di oggi,  della menzogna che parla all’uomo della sua autosufficienza. Certo, se  io cerco cose piccole, cose caduche, cose destinate a finire, allora non  c’è bisogno che io preghi, ma se sono chiamato ad amare come Dio ha  amato, se desidero combattere il male che mi minaccia, allora ho  necessità di pregare! Ecco, credere che Dio mi aiuti ad essere migliore,  credere che Dio mi libererà da un mio limite, da un mio vizio, se glielo chiederò insistentemente nella preghiera.

S. Francesco di Sales dice che  è riuscito a sconfiggere il suo essere iroso solo dopo ventisette anni e  questo chiedendolo insistentemente nella preghiera! Figurarsi se non  lo avesse chiesto con tutto il cuore a Dio! Per questo occorre che ci  chiediamo quanto tempo dedichiamo alla preghiera durante la nostra  giornata, con quale desiderio preghiamo, quanto desideriamo  migliorare nella nostra vita spirituale. E se ci rendessimo conto della  nostra grande fragilità, Gesù ci dice: «tu continua ad avere ancora fede! Perché se aveste fede quanto un granellino di senape, potreste dire a  questo monte spostati». Sì, potremmo dire, nella preghiera e con  fiducia, al monte del nostro orgoglio di spostarsi, perché tutto è  possibile per chi crede! Se questa è la mia chiave di lettura di me allora  eccome se ho necessità di pregare!  

«È importante darmi dunque delle piccole regole e obbedire.  Ritagliarmi dei spazi di preghiera, combattere con la pigrizia, allora  vincerà tante volte l’uomo profondo contro uomo superficiale, il bene  contro il male, la vedova contro giudice e questo si deve inchinare!» (cfr  don F. Rosini).

VERITA’: Vita interiore e sacramenti

Posso dire di pregare sempre?

CARITA’: Testimonianza di vita

Quand’è che mi scoraggio o mi perdo maggiormente d’animo, sia nella  preghiera, sia negli eventi quotidiani? 
Cosa faccio per vincere lo scoraggiamento?

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