Missionari della Via – Commento alle letture di domenica 16 Luglio 2023

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Pace e bene! Questa domenica lasciamoci parlare e “setacciare il cuore” dalla parabola del seminatore, chiedendo al Signore che faccia di noi terra buona, perché la nostra vita giunga a pienezza e sia benedizione per la vita di tanti.

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Il Vangelo di questa domenica ci presenta la famosa parabola del  buon seminatore. Proprio la prima lettura ci dice che la Parola che  Dio manda sulla terra non torna indietro senza aver fecondato la  terra, cioè senza effetto. Ma allora come mai il Vangelo dice che ci  può essere la possibilità di un’inefficacia? La parabola ci parla della  relazione tra Dio e l’uomo. Questa relazione è focalizzata nella figura  di questo seminatore che getta il seme in ogni parte con diversi esiti.  L’attenzione è posta sull’accoglienza di ciascuno, dunque sapere (e  volere) ricevere l’iniziativa di Dio. In ogni rapporto l’amore implica la  libertà: dove non c’è possibilità di rifiutare o non c’è amore o c’è  dittatura. Dio sparge il seme con abbondanza. Dona a tutti ma  rispetta la nostra libertà. Possiamo accogliere o no, e sono i nostri no  a rendere vana l’efficacia della Parola! Noi possiamo sprecare la  grazia che Dio effonde a piene mani! Il Vangelo di oggi ci mostra  alcuni casi.  

Nel primo caso questo seme cade sulla strada. Gesù ci dice che ogni  volta che uno ascolta la sua Parola e non la comprende, questa viene  rubata dal maligno. Ciò non significa che comprendere tutto sia la  condizione necessaria per essere salvati ma sottolinea l’importanza  di custodire e interiorizzare la parola di Dio, perché sia veramente  lampada ai nostri passi e criterio nuovo del nostro agire. L’amore  spinge a “portare nel cuore” la persona amata e le sue parole, anche  se non se ne coglie fino in fondo la portata. Noi, invece, vorremmo  sal

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varci solo attraverso le cose che capiamo, nel modo che noi  intendiamo. Ma se ci dovessimo salvare solo attraverso la nostra  ragione saremmo perduti! Dio ci salva in tanti modi e noi dobbiamo  accettare che non comprendiamo tutto. La vita ci richiede spesso un  atto di fede: fidarci di Dio anche se non vediamo tutto chiaro,  continuando a lasciarci guidare dalla sua parola, certi di una cosa: del  suo amore! L’obbedienza della fede è più del capire. 

In secondo luogo questo seme cade sulla terra ma vicino alle pietre.  È vero che vede subito i primi germogli, che ha una fecondità  immediata perché vi è un pochino più di umidità vicino alla roccia,  ma un seme che germoglia senza profondità secca subito. Questo  accade quando noi viviamo di facili entusiasmi: ci si accende come un fuoco di paglia e subito dopo ci si spegne. Rischiamo di vivere  una fede molto superficiale, estemporanea, senza farla radicare. Non  riusciamo a farla radicare a causa della nostra incostanza e  inconsistenza perciò, arrivata la prova, veniamo meno. È un rischio  serio. 

Nel terzo caso crescono più cose insieme, ma le erbacce sono più  forti e soffocano il seme. Accade quando noi vogliamo far coesistere  la volontà di Dio con le cose del mondo: preoccupazioni mondane,  ricchezze materiali, progetti, quando siamo incapaci di lasciare nostri  vecchi modi di fare, quando non vogliamo lasciare alcuni vizi. Quante  volte abbiamo sprecato la grazia per far convivere l’amore di Dio con  altre cose che non c’entrano niente. C’è dunque da far attenzione a  ciò che coltiviamo e facciamo crescere nella nostra interiorità.  

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Poi, per ultimo, c’è il seme che cade sulla terra buona. È la Parola  accolta con gioia, Parola ascoltata e praticata, Parola che scaccia via  ogni menzogna che alberga nel nostro cuore per portare la verità di  Cristo. Questa Parola porta frutto nella misura in cui gli apriamo la  porta del nostro cuore, nella misura in cui gli facciamo spazio, nella  misura in cui diventa la bussola di tutto il nostro agire!

«Allora io  voglio farmi terra buona, terra madre, culla accogliente per il piccolo  germoglio. Come una madre, che sa quanto tenace e desideroso di  vivere sia il seme che porta in grembo, ma anche quanto fragile,  vulnerabile e bisognoso di cure, dipendente quasi in tutto da lei. Essere madri della parola di Dio, madri di ogni parola d’amore.  Accoglierle dentro sé con tenerezza, custodirle e difenderle con  energia, allevarle con sapienza. Ognuno di noi è una zolla di terra,  ognuno è anche un seminatore. Ogni parola, ogni gesto che esce da  me, se ne va per il mondo e produce frutto. Che cosa vorrei produrre?  Tristezza o germogli di sorrisi? Paura, scoraggiamento o forza di  vivere?» (p. Ermes Ronchi). 

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Mt 13,1-23 – Missionari della Via 418 kb 2 downloads

Carità e verità sono l’essenza stessa di Dio. Sono dunque inseparabili. Infatti…

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