Missionari della Via – Commento alle letture di domenica 14 Maggio 2023

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Pace e bene cari fratelli e sorelle, ci avviciniamo alla Pentecoste, cogliamo dunque quest’occasione per riscoprire l’opera dello Spirito Santo “Paraclito” nella nostra vita, “dolce consolatore dell’anima”.

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Dato che ci stiamo avvicinando alla Pentecoste, soffermiamoci sulla figura  dello Spirito Santo. Vediamo tre piccoli passaggi: 

1. Il termine Paraclito viene dal greco parà-kaleo, che letteralmente vuol dire  “chiamare vicino”, al passivo: “Colui che è chiamato vicino”. In latino è ad vocatus che richiama il concetto di avvocato difensore. Nei tribunali antichi  l’avvocato veniva chiamato dall’imputato (che poteva permetterselo) perché  lo aiutasse a difendersi. L’avvocato, a differenza di oggi, non parlava al posto  dell’imputato, ma gli stava accanto suggerendogli nell’orecchio le parole  con cui difendersi dall’accusa. Ecco dunque una prima cosa che fa in noi lo  Spirito Santo: ci consiglia, senza sostituirsi a noi: è il Consigliere perfetto.  Quante volte ci chiediamo: e ora che faccio? Quale strada prendo? Che bello  sapere che in noi abbiamo un Maestro interiore pronto a illuminarci! Ecco  dunque l’importanza di pregare, di avere un cuore connesso a Dio, per poter  godere della sua luce. E qualora fossimo nel dubbio, lasciamoci aiutare  spiritualmente da qualche guida saggia, che ci aiuti a discernere come lo  Spirito parla al nostro cuore… 

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2. Nei primi secoli della Chiesa, specie durante le persecuzioni (cfr At 9,31),  lo Spirito Santo è stato sperimentato come difensore e avvocato divino di  fronte agli accusatori (il diavolo e il mondo), come Colui che assiste i martiri  e che davanti ai giudici mette loro in bocca parole inconfutabili, sostenendoli  nel testimoniare la Verità fino a dare la vita per Gesù! Anche oggi non  mancano cristiani che in tante parti del mondo continuano a testimoniare la  loro fede fino al martirio. E non solo nel martirio fisico: lo Spirito Santo infatti  ci dona fortezza per vivere la nostra vita ordinaria in modo straordinario!  Quanti “santi nascosti” abbiamo anche oggi, giovani e adulti che  testimoniano senza vergogna la loro fede, «pur fra incomprensioni ed  ostilità, sulla strada della verità e dell’onestà» (cfr san G. Paolo II).  «Ringraziamo il Signore per questi cristiani che sono di una santità nascosta:  è lo Spirito Santo che hanno dentro che li porta avanti! E ci farà bene pensare  a questa gente: se loro fanno tutto questo, se loro possono farlo, perché non  io?» (Papa Francesco). 

3. Uscendo dall’era delle persecuzioni, l’accento è posto maggiormente  sul concetto di Consolatore di fronte alle tribolazioni e sofferenze di ogni  giorno. Lo Spirito Santo, ci ha detto Gesù, sarà sempre con noi: cioè lo Spirito Santo è consolatore perché non ti lascia mai solo! Per quanto sia  bello essere attorniati da persone che ci vogliono bene, nessuno può  riempire quel vuoto che portiamo dentro. Solo lo Spirito di Dio ci può  con-solare, stare con noi, anzi, essere in noi, colmando della sua presenza  la nostra solitudine. Ricordiamolo: quando ci troviamo da soli, quando  dobbiamo prendere decisioni importanti, quando ci troviamo a soffrire,  non siamo soli. Quando la malattia ti consuma, se la morte ti sembra  prossima, se sperimenti il vuoto di una delusione, di un tradimento,  ricordalo: non sei solo. Sin dal giorno del Battesimo vi è in te un “dolce  consolatore dell’anima”. Egli è «Colui che sta assieme, che cammina  accanto, che siede con te, nella tua solitudine. Lo Spirito Santo è l’unica  persona che toglie la solitudine, toglie il senso di vuoto. Il credente, se  sta davanti a Dio, è sempre consolato. Può avere qualunque situazione,  può stare anche in punto di morte: non è solo. Ed è diverso essere soli da  essere con un Altro che ti ama. E se quell’Altro poi è il Signore della vita,  è diverso ancora. E c’è una gioia e una consolazione interiore che nessuno  ti può dare se non Dio stesso, e nessuno ti può rapire. E questo infatti  resta in eterno con noi e c’è sempre dentro se uno guarda all’amore del  Signore per lui» (p. S. Fausti). 

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