Pace e bene! L’incontro tra Gesรน e il tale passato alla storia come “il giovane ricco” ci interpella e ci invita a “nulla anteporre a Cristo”, nel quale c’รจ la vera gioia!
Il Vangelo di questa domenica mette in crisi tutte le nostre false certezze, ci porta a guardare in profonditร il nostro cuore e ci mette una sana inquietudine sulla possibilitร di sprecare la nostra vita. Certo, tutto ciรฒ se lo vogliamo!
Cogliamo due aspetti di questo Vangelo: il desiderio di qualcosa di grande che vi รจ in noi e i pericoli che possono ostacolare la realizzazione del sogno di Dio su di noi. ยซMaestro buono, che cosa devo fare per avere in ereditร la vita eterna?ยป Questa domanda che un tale, senza nome, pone a Gesรน dice il desiderio che alberga nel cuore di ogni uomo: un desiderio di grandezza, di bellezza, di infinito, di vita eterna. La nostra vita lasciata al solo sforzo umano non รจ completa. Nessuno sforzo umano puรฒ colmare quella sete dโinfinito che vi รจ nel nostro cuore.
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Certo, possiamo far finta di nulla, riempirci di cose vuote, correre per non pensare, per non ascoltare il nostro cuore ma saremo sempre degli incompiuti. Molti non hanno il coraggio di farsi questa domanda perchรฉ significherebbe ammettere di non essere autosufficienti; sarebbe mettere in gioco tutte le certezze che uno da solo si รจ costruito per andare avanti in questa vita.
Come ha detto bene papa Francesco: ยซAlcuni pensano che sia meglio spegnere questo impulso – lโimpulso di vivere – perchรฉ pericoloso. Vorrei dire, specialmente ai giovani: il nostro peggior nemico non sono i problemi concreti, per quanto seri e drammatici: il pericolo piรน grande della vita รจ un cattivo spirito di adattamento che non รจ mitezza o umiltร , ma mediocritร , pusillanimitร . Un giovane mediocre รจ un giovane con futuro o no? No! Rimane lรฌ, non cresce, non avrร successo. Questi giovani non andranno avanti. Il Beato Pier Giorgio Frassati โ che era un giovane – diceva che bisogna vivere, non vivacchiare. I mediocri vivacchianoโฆ Bisogna chiedere al Padre celeste per i giovani di oggi il dono della sana inquietudine. Ma, a casa, nelle vostre case, in ogni famiglia, quando si vede un giovane che รจ seduto tutta la giornata, a volte mamma e papร pensano: โMa questo รจ malato, ha qualcosaโ, e lo portano dal medico. La vita del giovane รจ andare avanti, essere inquieto, la sana inquietudine, la capacitร di non accontentarsi di una vita senza bellezza, senza colore. Se i giovani non saranno affamati di vita autentica, mi domando, dove andrร lโumanitร ? Dove andrร lโumanitร con giovani quieti e non inquieti?ยป.
Il secondo aspetto sono i pericoli che possono ostacolare la realizzazione del sogno di Dio su di noi, nello specifico i beni che questo tale possiede e che alla fine possiedono lui. Questo tale – di certo non cattivo, che cerca di osservare i comandamenti di Dio – rimane paralizzato davanti alla proposta di Gesรน: ยซโUna cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!โ. Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andรฒ rattristato; possedeva infatti molti beniยป.
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Questโuomo possedeva molti beni che alla fine non gli diedero sicurezza ma tristezza. Davanti allโamore e alla proposta di Gesรน i beni che possedeva finirono per possederlo. Non fu libero di seguire il Signore perchรฉ questi beni erano il suo dio. Davanti a questa immagine possiamo domandarci: quali sono i beni che ci imprigionano, che ci impediscono di seguire il Signore? Spesso non sono solo i beni materiali ma anche progetti, aspettative o persone alle quali chiediamo inutilmente vita, che alla fine soddisfano appieno non perchรฉ non vogliono ma perchรฉ non sono Dio!
Noi leghiamo la felicitร allโavere o meno determinate cose, al ricevere, al raggiungimento di determinati obiettivi; spesso la cerchiamo nellโavere e non nel dare. Per questo ยซLa conclusione del racconto va nella direzione che non ti aspetti: Una cosa ti manca, va’, vendi, dona ai poveri… Sarai felice se farai felice qualcuno; fai felici altri se vuoi essere felice. E poi segui me: capovolgere la vita. Il maestro buono non ha come obiettivo inculcare la povertร in quell’uomo ricco e senza nome, ma riempire la sua vita di volti e di nomi. E se ne andรฒ triste perchรฉ aveva molti beni.
Nel Vangelo molti altri ricchi si sono incontrati con Gesรน: Zaccheo, Levi, Lazzaro, Susanna, Giovanna. Che cosa hanno di diverso questi ricchi che Gesรน amava, sui quali con il suo gruppo si appoggiava? Hanno saputo creare comunione: Zaccheo e Levi riempiono le loro case di commensali; Susanna e Giovanna assistono i dodici con i loro beni (Luca 8,3). Le regole del Vangelo sul denaro si possono ridurre a due soltanto: a) non accumulare, b) quello che hai, ce l’hai per condividerlo. Non porre la tua sicurezza nell’accumulo, ma nella condivisione.
Seguire Cristo non รจ un discorso di sacrifici, ma di moltiplicazione: lasciare tutto ma per avere tutto. Infatti il Vangelo continua: Pietro allora prese a dirgli: Signore, ecco noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito, cosa avremo in cambio? Avrai in cambio cento volte tanto, avrai cento fratelli e un cuore moltiplicato. Non rinuncia, se non della zavorra che impedisce il volo, il Vangelo รจ addizione di vitaยป (p. Ermes Ronchi).
Chiediamo al Signore il coraggio di ascoltare la nostra inquietudine, anche quando mette in gioco tutta la nostra vita e tutte le nostre certezze. Chiediamo la grazia di fidarci di Lui, consapevoli che il Signore non viene a togliere ma a donare cento volte piรน di quello che per amor suo lasciamo!