Pace e bene, con la domenica delle Palme entriamo nella Settimana Santa.
Che la contemplazione della Passione dโamore del Signore per noi possa rischiarare gli occhi della mente e aiutarci a guarire passo dopo passo il nostro povero cuoreโฆ
Leggendo il Vangelo della passione possiamo visualizzare nella nostra mente questa storia crudele, suddividendo automaticamente buoni e cattivi. Abitualmente noi siamo dalla parte dei buoni! In realtร dentro di noi vivono le stesse contraddizioni che caratterizzano lโumanitร , le stesse che ci fanno scappare davanti al pericolo, che ci fanno prendere accordi con i potenti, che ci fanno โlavare le maniโ davanti alle responsabilitร , che ci fanno tradire il Signore per un tornaconto umano, che ci fanno leggere le sofferenze come punizioni.
ร difficile per noi accettare che il nostro cuore, come diceva Manzoni, รจ un guazzabuglio, un centro di intricati sentimenti che spesso emergono soprattutto nei momenti di crisi. Essere cristiani autentici alla luce della passione di Gesรน ci chiama ad entrare in noi stessi per rendere la nostra fede vita concreta, iniziando ad accettare la nostra vulnerabilitร , ammettere che siamo deboli, fragili, influenzabili dal mondo.
Quando neghiamo tutto ciรฒ, cominciamo a praticare la fede dโapparenza, che non va nel profondo, non incarna Cristo nel mondo ma vive del โsembrare di Cristoโ. Davanti alla prova, perรฒ, cadono le maschere dellโapparenza e si manifesta la persona, quella che fa finta di essere buona mentre dentro, come tutti, รจ capace di tradire, rinnegare, falsificare.
Se non partiamo da questa consapevolezza ma coltiviamo lโintima presunzione di essere giusti, non incarneremo mai una fede autentica. La passione ci invita ad attraversare queste immaturitร che mettiamo in atto, che rendono la vita difficile a noi e agli altri, che rendono Gesรน un uomo innocente che soffre ma non il redentore, cioรจ Colui che รจ venuto a salvarci dal nostro peccato, dalle nostre schiavitรน, dalle nostre mancanze di fraternitร .
Il giorno delle Palme possiamo mettere in scena una contraddizione talvolta presente nella nostra vita. Mentre sventoliamo i ramoscelli per accogliere Gesรน, quel Gesรน relegato ai giorni di festa, poi gridiamo: โvogliamo Barabba!โ, nellโora della prova. Anche noi possiamo relegare Gesรน ai giorni di festa: non lo facciamo?
Possiamo essere quelli che vanno in chiesa e poi quando cโรจ da truffare lโassicurazione e risparmiare qualcosa, chiudiamo un occhio. Possiamo essere quelli che tengono a Gesรน nelle feste comandate e poi vivono come se non ci fosse nella quotidianitร .
Possiamo essere di quelli che non sgarrano un digiuno il venerdรฌ e poi non pagano adeguatamente le donne delle pulizie o i propri operai, o trattano con poco rispetto quelli della loro casa. Gesรน per noi puรฒ diventare il manto da vestire per dire a tutti: โsiamo brave personeโ.
Anche noi, cari fratelli e sorelle, possiamo essere non incarnazione di Cristo ma gente di facciata, animatori di divisioni e violenze, persone che chiudono gli occhi davanti al bene e voltano le spalle al fratello. Il Vangelo non รจ la mentalitร del mondo, perciรฒ lo Spirito di Dio proprio nel giorno in cui siamo in festa e sventoliamo le palme della gioia ci racconta la crocifissione, per ricordarci di partire da noi.
Ci sono tante guerre nelle famiglie, nei quartieri, nel vicinato, fra i parenti, nelle comunitร cristiane; e noi dove siamo collocati? Il crocifisso ci ricorda lโamore disinteressato, la pace da costruire, la veritร da elevare, la vera regalitร che non รจ quella del dominio, la caritร che sembra fallire e morire, ma risorge sempre piรน luminosa.
Noi davanti a ciรฒ vogliamo fare veramente spazio al crocifisso risorto che porta la speranza o vogliamo vivere secondo il mondo, con i criteri del mondo, con i suoi principi?
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Proprio i discepoli hanno fatto una esperienza di Dio che li ha portati a confrontarsi con le loro vulnerabilitร , e a partire da esse hanno deciso di fare spazio allo Spirito Santo, cosรฌ da fuggiaschi sono diventati evangelizzatori capaci di morire come Cristo stesso, innocenti e risorti.
Don Tonino Bello, ha usato parole bellissime per ricordarci cosa significa vivere da cristiani autentici:
โNon fidatevi dei cristiani โautenticiโ che non incidono la crosta della civiltร . Fidatevi dei cristiani โautentici sovversiviโ come san Francesco dโAssisi che ai soldati schierati per le crociate sconsigliava di partire. Il cristiano autentico รจ sempre un sovversivo. Uno che va contro corrente non per posa ma perchรฉ sa che il Vangelo non รจ omologabile alla mentalitร correnteโ
(A. BELLO, Senza misura. Riflessioni sulla caritร , La Meridiana, Molfetta 1993, 61).