Missionari della Via โ€“ Commento alle letture di domenica 13 Aprile 2025

Domenica 13 Aprile 2025 -DOMENICA DELLE PALME - PASSIONE DEL SIGNORE - ANNO C
Commento al brano del Vangelo di: Lc 22,14-23,56

Data:

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Pace e bene, con la domenica delle Palme entriamo nella Settimana Santa.
Che la contemplazione della Passione dโ€™amore del Signore per noi possa rischiarare gli occhi della mente e aiutarci a guarire passo dopo passo il nostro povero cuoreโ€ฆ

Commento al Vangelo di domenica 13 aprile 2025 Lc 19,28 40; 22,14 23,56, di fra Umile mdv

Leggendo il Vangelo della passione possiamo visualizzare nella nostra mente questa storia crudele, suddividendo automaticamente buoni e cattivi. Abitualmente noi siamo dalla parte dei buoni! In realtร  dentro di noi vivono le stesse contraddizioni che caratterizzano lโ€™umanitร , le stesse che ci fanno scappare davanti al pericolo, che ci fanno prendere accordi con i potenti, che ci fanno โ€œlavare le maniโ€ davanti alle responsabilitร , che ci fanno tradire il Signore per un tornaconto umano, che ci fanno leggere le sofferenze come punizioni.

รˆ difficile per noi accettare che il nostro cuore, come diceva Manzoni, รจ un guazzabuglio, un centro di intricati sentimenti che spesso emergono soprattutto nei momenti di crisi. Essere cristiani autentici alla luce della passione di Gesรน ci chiama ad entrare in noi stessi per rendere la nostra fede vita concreta, iniziando ad accettare la nostra vulnerabilitร , ammettere che siamo deboli, fragili, influenzabili dal mondo.

Quando neghiamo tutto ciรฒ, cominciamo a praticare la fede dโ€™apparenza, che non va nel profondo, non incarna Cristo nel mondo ma vive del โ€œsembrare di Cristoโ€. Davanti alla prova, perรฒ, cadono le maschere dellโ€™apparenza e si manifesta la persona, quella che fa finta di essere buona mentre dentro, come tutti, รจ capace di tradire, rinnegare, falsificare.

Se non partiamo da questa consapevolezza ma coltiviamo lโ€™intima presunzione di essere giusti, non incarneremo mai una fede autentica. La passione ci invita ad attraversare queste immaturitร  che mettiamo in atto, che rendono la vita difficile a noi e agli altri, che rendono Gesรน un uomo innocente che soffre ma non il redentore, cioรจ Colui che รจ venuto a salvarci dal nostro peccato, dalle nostre schiavitรน, dalle nostre mancanze di fraternitร .

Il giorno delle Palme possiamo mettere in scena una contraddizione talvolta presente nella nostra vita. Mentre sventoliamo i ramoscelli per accogliere Gesรน, quel Gesรน relegato ai giorni di festa, poi gridiamo: โ€œvogliamo Barabba!โ€, nellโ€™ora della prova. Anche noi possiamo relegare Gesรน ai giorni di festa: non lo facciamo?

Possiamo essere quelli che vanno in chiesa e poi quando cโ€™รจ da truffare lโ€™assicurazione e risparmiare qualcosa, chiudiamo un occhio. Possiamo essere quelli che tengono a Gesรน nelle feste comandate e poi vivono come se non ci fosse nella quotidianitร .

Possiamo essere di quelli che non sgarrano un digiuno il venerdรฌ e poi non pagano adeguatamente le donne delle pulizie o i propri operai, o trattano con poco rispetto quelli della loro casa. Gesรน per noi puรฒ diventare il manto da vestire per dire a tutti: โ€œsiamo brave personeโ€.

Anche noi, cari fratelli e sorelle, possiamo essere non incarnazione di Cristo ma gente di facciata, animatori di divisioni e violenze, persone che chiudono gli occhi davanti al bene e voltano le spalle al fratello. Il Vangelo non รจ la mentalitร  del mondo, perciรฒ lo Spirito di Dio proprio nel giorno in cui siamo in festa e sventoliamo le palme della gioia ci racconta la crocifissione, per ricordarci di partire da noi.

Ci sono tante guerre nelle famiglie, nei quartieri, nel vicinato, fra i parenti, nelle comunitร  cristiane; e noi dove siamo collocati? Il crocifisso ci ricorda lโ€™amore disinteressato, la pace da costruire, la veritร  da elevare, la vera regalitร  che non รจ quella del dominio, la caritร  che sembra fallire e morire, ma risorge sempre piรน luminosa.

Noi davanti a ciรฒ vogliamo fare veramente spazio al crocifisso risorto che porta la speranza o vogliamo vivere secondo il mondo, con i criteri del mondo, con i suoi principi?

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Proprio i discepoli hanno fatto una esperienza di Dio che li ha portati a confrontarsi con le loro vulnerabilitร , e a partire da esse hanno deciso di fare spazio allo Spirito Santo, cosรฌ da fuggiaschi sono diventati evangelizzatori capaci di morire come Cristo stesso, innocenti e risorti.

Don Tonino Bello, ha usato parole bellissime per ricordarci cosa significa vivere da cristiani autentici:
โ€œNon fidatevi dei cristiani โ€œautenticiโ€ che non incidono la crosta della civiltร . Fidatevi dei cristiani โ€œautentici sovversiviโ€ come san Francesco dโ€™Assisi che ai soldati schierati per le crociate sconsigliava di partire. Il cristiano autentico รจ sempre un sovversivo. Uno che va contro corrente non per posa ma perchรฉ sa che il Vangelo non รจ omologabile alla mentalitร  correnteโ€
(A. BELLO, Senza misura. Riflessioni sulla caritร , La Meridiana, Molfetta 1993, 61).

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