Pace e bene, questa domenica lasciamo che l’esperienza del Battista parli al nostro cuore, riscoprendo l’amorevole presenza di Dio anche nei momenti più bui della nostra vita…
Siamo prossimi al Natale e il Vangelo ci aiuta a meditare su come fu generato Gesù nella prospettiva di Matteo.
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Maria era promessa sposa; il matrimonio ebraico si compone di due tappe. Vi è lo sposalizio, dopodiché gli sposi restano un anno nelle rispettive case, quindi vanno a vivere insieme. Prima che andassero a vivere insieme, Maria si ritrova incinta per opera dello Spirito Santo. Dio opera in lei una nuova creazione, qualcosa di inimmaginabile.
San Giuseppe si trova davanti a un fatto più grande di lui. Egli conosceva bene l’integrità, la fede e la purezza di Maria, e dopo aver dialogato con lei, intuisce che “qualcosa gli sfugge”. In tutto ciò cerca ciò che vuole Dio, riflette, prega, soffre ma non agisce d’impulso, non applica superficialmente le leggi del tempo. Egli era giusto, dunque osservante della parola del Signore, ma anche giusto nel senso di buono, misericordioso. Decide di non denunciare Maria (facendola lapidare, così prescriveva la legge) non per sospetto ma per rispetto si mette da parte. Non vuol ostacolare Dio e il suo progetto.
Sceglie la via segreta senza processo e senza clamore, alla presenza dei due testimoni necessari per la validità dell’atto e la consegna del libello di ripudio. La rimanda in segreto. Se no che ne sarebbe stato di Maria? Sarebbe divenuta un’emarginata, rifiutata da tutti, accolta forse solo dal clan paterno assieme al figlio “illegittimo”.
Con questa scelta Giuseppe si espone in prima persona al giudizio della gente pur di non far del male a Maria: è qualcosa di veramente grande per quel tempo. E notiamo che Maria poteva avere 14 anni e Giuseppe 18!
Chiediamoci come affrontiamo le sfide della vita: se ci lasciamo andare all’impazienza, al nervosismo, se fuggiamo di fronte alle responsabilità, se cerchiamo le scelte di comodo, le vie di mezzo, salvando “capra e cavoli”… o se stiamo diventando veri uomini, capaci di affrontare le sfide, di custodire gli altri, decisi nel bene…. anteponendo al nostro egoismo il bene di chi ci è affidato!
La notte dello spirito di Giuseppe è illuminata da Dio: Giuseppe voleva fare un passo indietro, Dio gli chiede di fare un cammino in avanti! In sogno gli chiede di “amare oltre”, di prendere con sé Maria, e dare al bambino il nome Gesù: Egli salverà il suo popolo dai peccati. Dio chiede
a Giuseppe di accogliere suo Figlio, essere suo padre terreno: Giuseppe deve custodire il figlio di Dio e insegnare a Dio a vivere da uomo! Giuseppe obbedisce a questo sogno, a questo “di più”: accoglie, si fa carico di Maria e del bambino, donandosi fino in fondo. Il suo sì permette che si realizzi la profezia che il Messia sarebbe stato discendente della casa di Davide. Quel bambino è Dio-con-noi, Gesù, Dio-salva!
Noi a volte pensiamo che le nostre scelte siano ininfluenti: che il bene è bene per noi e il male ce lo piangiamo noi; non è così. Il sì di Giuseppe ha permesso la salvezza di tutti; i nostri sì al bene o i nostri no, fluiscono sugli altri. Dio ha un sogno su ciascuno, chiede di entrare nella vita per renderci capaci dello straordinario, di amare come Lui! A noi la meravigliosa possibilità di dirgli i nostri sì, senza paura di donarci, senza paura di andare sino in fondo!