Pace e bene, questa domenica siamo chiamati a preparare la via del cuore; chiediamo la grazia al Signore di riconoscere ciò che non va e raddrizzarlo con il suo aiuto..
Del Vangelo di questa domenica vogliamo sottolineare due aspetti del Battista: la sua missione e la sua umiltà. Giovanni Battista, come profetizzato da Isaia, prepara la venuta del Signore e grida scuotendo i cuori assopiti, ridestando le attese di pace e di felicità perdute o mai trovate. Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Sta venendo il più forte! Sì, è ora di svegliarsi dal sonno!
Prossimi ormai al Natale, Giovanni Battista ci invita a preparare ciò che conta davvero: il nostro cuore! Raddrizziamo dunque i sentieri di Dio, che spesso distorciamo cercando di piegarli ai nostri sentieri, alle nostre idee.
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Basta vivere una vita da padroni dove Dio non trova spazio ed è ridotto al “prete” di turno che deve solo “benedire” ogni nostra richiesta. Basta manipolare le vie di Dio mischiando verità e menzogna, piegando cose e persone ai nostri interessi, vivendo nell’ipocrisia latente, nell’ingiustizia…
Smettiamola di giocare in difesa, avendo paura di Dio, considerando la sua volontà un fardello pesante! È ora di raddrizzare le sue vie, di scoprire la meraviglia della vita nuova che Gesù ci ha portato! È ora di svegliarsi, il Signore viene, il Signore è qui presente e non viene ora per giudicarci ma per salvarci!
Il secondo aspetto del Vangelo di oggi che vogliamo sottolineare è la grande umiltà di Giovanni Battista! Egli è colui che si mette da parte, che lascia andare i suoi discepoli indicando loro Gesù, l’Agnello che toglie i peccati del mondo.
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Egli è colui che dice che Gesù è più grande di lui. È colui che gioisce alla voce dello sposo che è Gesù. È colui che dice: «io devo diminuire e Gesù deve crescere». È colui che dice che non è degno di chinarsi per sciogliere il legaccio dei sandali di Gesù. Giovanni, essendo considerato un gran profeta, poteva approfittare di ciò.
Non era forse una grande tentazione quella di non mettersi da parte? E prendere ciò che non era suo? Non parlare di Gesù ma di sé? Invece no, Giovanni è consapevole del suo posto, della sua missione, e ciò lo porta a gioire di ciò che Dio compie in Lui e di ciò che Dio Padre compie in Gesù.
Noi, invece, spesso tendiamo ad appropriarci di ciò che non è nostro. Pur nella nostra incapacità (accompagnata spesso da tanta superbia), ci innalziamo sugli altri per dominarli, per schiacciarli, altro che chinarci per innalzarli, per servirli!
Altro che miele selvatico e cavallette per nutrirci, altro che peli di cammello per vestirci, noi spesso somigliamo molto di più al ricco epulone ben vestito, che mangia a dismisura ma che non si rende conto che il povero Lazzaro sta ai piedi della sua tavola elemosinando anche solo delle briciole di pane per nutrirsi. Facciamo dunque un buon esame di coscienza e domandiamoci a che punto siamo nel nostro cammino di fede!