Missionari della Via – Commento alle letture di domenica 1 Gennaio 2023

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Pace e bene a tutti! Auguri di ogni bene per questo nuovo anno che sorge, ponendoci con rinnovato amore sotto il manto di Maria, Madre di Dio e madre nostra…

Nel giorno di Maria santissima Madre di Dio, contempliamo un grande mistero: Dio si fa uomo e nasce da donna, somiglia a lei! Sì, prende le sembianze di Maria, come ogni figlio che prende la carne dei genitori e la unicizza nella sua esistenza. Questo grande mistero si palesò agli occhi dei pastori, gente abituata ad attendere, che incontrerà l’Atteso dall’umanità.

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È evidente che Dio ancora una volta non si presenta sui troni dei potenti, sulle cattedre dei sapienti ma nella semplicità di una periferia, dove dei pastori accolgono il mistero. I loro occhi ebbero il dono di vedere quella giovane Maria con in braccio Dio stesso. Un Dio così concreto da venire in mezzo a noi, un Dio il cui nome, Gesù (Dio salva), rivela la sua identità e la sua missione.

Da questo racconto evangelico, che inizia con l’incamminarsi dei pastori, possiamo cogliere due elementi centrali per far nascere Dio nella nostra vita: attendere e accogliere. Si dice che chi non attende più nulla ha perso la speranza, perciò cosa dobbiamo attendere nella vita?

Si attende camminando, questa è la speranza. Attendo il Signore e cammino verso di Lui! Se attendi invece che tuo figlio appaghi i tuoi desideri, ti ricrederai. Se attendi che un lavoro nuovo possa colmare il vuoto della tua esistenza, ti ricrederai. Attendere Dio è il segreto, perciò i pastori vivevano glorificando Dio, perché avevano visto e udito la sua
presenza, e questa ha caratterizzato la loro vita. Se attendi sempre cose basse, o cose anche belle ma limitate, ti nutrirai di esse e quando Dio vorrà mostrarsi a te, non sarai attento come i pastori, ma distratto.

L’altra parola è accogliere, come Maria che accoglieva custodendo, cioè in profondità, perciò faceva diventare tutto opera concreta. Spesso si incontrano giovani che fanno “abbuffate di sacro”, accolgono, accolgono ma non eleggono nulla, vivendo una vita di sola ricezione, di
un’attesa passiva. L’attesa va insieme all’accoglienza, che custodisce, e all’operosità. La vita di Maria, infatti, non fu solo accoglienza ma custodia. Quando custodisco qualcosa vuol dire che faccio germogliare, so distinguere la presenza di Dio dal sentimentalismo emozionale di belle esperienze.

Nella vita ci sono dei passaggi chiave che esigono delle scelte: che si abbracci una strada, che si faccia un passo avanti, che si faccia germogliare un seme… Non viviamo vite senza speranza e senza abbracciare nulla, come meri spettatori e uditori passivi!

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