In un primo momento i presenti nella sinagoga sono rimasti stupiti dal parlare di Gesù: tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati! Ma il cuore degli abitanti di Nazareth, come anche il nostro cuore, cambia in fretta: “lo spinsero sul ciglio del monte per gettarlo giù”. Che cosa è accaduto?
Non è facile capirlo: i compaesani di Gesù si difendono da lui, lo guardano, ma non lo vedono, è ‘solo’ il figlio di Giuseppe. Forse sono gelosi, hanno la mente confusa e non sanno riconoscere nelle sue parole lo Spirito del Signore Dio: come pensare che sia abitato dalla profezia, il figlio del falegname? Chiedono, quasi come una sfida:” Fai anche qui, a casa tua, i miracoli di Cafarnao”.
Forse anche noi abbiamo ragionato più o meno così: «io credo in Dio se mi dà i segni che gli chiedo; lo amo se mi concede ciò di cui ho bisogno». Sì, vogliamo un Dio a nostra disposizione, uno che ci stupisca, non uno che ci cambi il cuore. Gesù risponde raccontando un Dio che abita il mondo, protettore a Zarepta di vedove straniere e senza meriti, guaritore di lebbrosi siriani nemici d’Israele, senza diritti da vantare. Un Dio che abita dove si soffre e ci sono i poveri.
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Il Dio di Gesù è l’amante della vita, ecco perché egli passando in mezzo a loro si mise in cammino. Va ad accendere altri villaggi ed altri cuori con fame e sete di vita. Dio non fugge, non si nasconde, passa in mezzo a loro, alla portata delle loro mani, in mezzo alla violenza, va tranquillo perché, anche se lo rifiutano ora, non potranno ostacolare la profezia, non potranno fermare la forza della tenerezza e misericordia di Dio, Padre di tutti.
Commento a cura di don Valerio Bersano – Segretario Nazionale Missio Ragazzi
FONTE: Missio Italia