Missio Ragazzi – Commento alle letture di domenica 16 Gennaio 2022 per giovani

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Il gesto compiuto da Gesù a Cana di Galilea (Gv, 2,1-12) è una “manifestazione”, come il Battesimo al Giordano. Ma mentre al Battesimo (il vangelo di domenica scorsa) è il Padre che svela il significato profondo del Cristo, qui è Gesù stesso che si manifesta.

L’abbondanza del vino, la sua ottima qualità, il fatto stesso che esso sostituisca l’acqua preparata per le abluzioni rituali, sono particolarità che andrebbero compresi meglio: Gesù è il Messia e porta la nuova Alleanza, la nuova legge ed il cambiamento: c’è qualcosa di vecchio (l’acqua) che deve lasciar posto a qualcosa di nuovo (il vino).

Gesù rivela a Cana di Galilea che tutto è proteso verso “l’ora” della Croce e della risurrezione. Potrebbe sembrare strano questo riferimento, ma l’evangelista Giovanni insiste su questo pensiero: la gloria di Dio, (in altre parole ciò che lo rivela al mondo, ciò che dona visibilità) è la potenza dell’amore che resta fedele fino al martirio. Allora si dice: “i discepoli credettero in Gesù”.

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Non si crede a ‘qualcosa’ o ad un bel discorso, ma in una persona. Il discepolo si fida di Gesù, si abbandona a lui e si lascia condurre. Come l’atteggiamento di Maria: «Fate qualunque cosa vi dirà». La fede è conversione, è disponibilità, come la fede di Maria, che accetta l’apparente rifiuto e si lascia condurre verso un’attesa superiore.

«Non hanno più vino»: queste parole di Maria esprimono, discretamente, la speranza del miracolo. La risposta di Gesù esprime molto altro: fa passare la fede della Chiesa (di cui Maria è il modello) a qualcosa di più, dalla richiesta di un segno di potenza, ad un segno della potenza di Dio. Gli uomini cercano nel miracolo la soluzione a un loro bisogno: Gesù fa il miracolo per rivelare meglio chi è Lui.

Commento a cura di don Valerio Bersano – Segretario Nazionale Missio Ragazzi

FONTE: Missio Italia

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