Missio Ragazzi – Commento alle letture di domenica 1 Novembre 2020 per giovani

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Oggi Gesù ci spiega le beatitudini, cioè chi secondo Lui è beato. Oggi, lo vediamo tutti, risuona in modo diverso questa definizione: “Beato è una persona fortunata, a cui va tutto bene, che vince al gioco, che sta bene in salute e non ha problemi”.

Nell’antichità, nella lingua scritta ai tempi di Gesù beato è colui che è felice perché curato con le cure di Dio. Si cura colui o colei che è mancante, che ha bisogno, a qualsiasi livello. Il beato del vangelo è colui che nei suoi guai, nei problemi di ogni giorno, può alzare gli occhi verso il volto di Dio, può trovare l’amore di Dio che si incarna profondamente nei suoi problemi, li fa suoi, lo prende in braccio, lo stringe al Suo cuore, e pure nella sofferenza di entrambi (anche Dio soffre), pure nella fatica di un cammino aspro e faticoso, scorge in quegli occhi un barlume di speranza, trae da quello sguardo il senso di continuare a vivere. Accostiamo ora il termine “beato” con quello di “santo”.

E’ beato ed è santo chi sa andare oltre se stesso per incontrare l’altro, in un terreno spesse volte dissestato, scomodo, ma è quello il luogo della beatitudine: quando lascio la mia zona comfort per incontrare l’altro, Dio si si china su di me per proteggermi, accudirmi, amarmi, e rendermi beato, felice

Commento a cura di don Valerio Bersano – Segretario Nazionale Missio Ragazzi

FONTE: Missio Italia