Chissà cosa avranno pensato o cosa si aspettavano Pietro, Giacomo e Giovanni, quando Gesù chiese solo a loro di seguirlo su un monte (Mt 17,1) … Forse non era facile capire Gesù. Forse non era facile capire le sue richieste. Forse stare con Gesù non era così semplice. Era spesso
come stare davanti all’imprevedibile. E a noi non sempre piace l’imprevedibile. Mentre salgono su quella vetta, ecco un “cambiamento”: fu trasfigurato davanti a loro (Mt 17,2).
Gesù assume una forma nuova agli occhi dei discepoli: “il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce”. Una intensa luminosità, una percezione di chiarezza della persona di Gesù, che fu difficile descrivere persino ai tre discepoli. E poi la presenza di
due personaggi chiave della storia di Israele che parlano con Lui (Mt 17,3).
Che cosa è importante cogliere, per noi, aspiranti discepoli di oggi, da questo vangelo? Ci immaginiamo la scena e tentiamo anche noi di comprendere la voce che si ode dalla nube: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo”: la voce è del Padre. Ciò che dà forma “cristiana” alla nostra esistenza, è ascoltare Gesù (Mt 17,5).
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Chi lo ascolta diventa della sua stessa forma, perché le parole di Gesù sono ogni parola che esce dalla bocca di Dio (Dt 8,3). Chi lo ascolta diventa figlio di Dio, inizia davvero ad assomigliargli! Dio mostrò ai discepoli per qualche istante la sua Gloria, nella umanità di Gesù, perché ci specchiassimo nel suo volto. Chi ascolta e segue Gesù, “prende forma” progressivamente luminosa, mostra cioè che abita in lei/lui un po’ di Vangelo.
FONTE: Missio Italia
Commento a cura di don Valerio Bersano Segretario Nazionale Missio Ragazzi.
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