Ascoltiamo l’ultima parte del discorso con cui Gesù ha spiegato come si comporta un discepolo e lo fa attraverso immagini molto chiare, per tutti. Prima la parabola della guida cieca che, nonostante non ci veda, presume di guidare altri, poi quella sulla pagliuzza nell’occhio, per affrontare il tema della correzione fraterna, in sé cosa molto buona.
Gesù ci invita alla coerenza ricorrendo poi all’immagine dell’albero: “Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono”. Comprendiamo anche a nostre spese, sulla nostra pelle, che “ogni albero si riconosce dal suo frutto”. Per ultimo Gesù ci dice che esiste un tesoro, che è il nostro cuore: cosa c’è in noi? La nostra vita è il tesoro ed è raffigurata nel cuore. Cosa c’è nel nostro tesoro?
Le qualità buone e meno buone: generosità, cordialità, amore per gli altri, per gli animali e per il creato. Ma anche egoismo, invidia, permalosità, disprezzo, pigrizia, odio e volgarità. Gesù ci dice: “L’uomo buono, dal buon tesoro del suo cuore, trae fuori il bene”.
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Siamo fatti per rendere buono tutto ciò che ci circonda e migliorare l’ambiente della scuola, della parrocchia, ma ancor prima, la nostra famiglia, la cerchia delle nostre amicizie. Perché si veda che il buon frutto assomiglia a Gesù, facciamo che la nostra vita profumi di vangelo!
Commento a cura di don Valerio Bersano – Segretario Nazionale Missio Ragazzi
FONTE: Missio Italia