Questa domenica è davvero ‘imbevuta’ della risurrezione di Gesù, il quale si mostra vivo ai suoi discepoli: apparendo due volte li rende apostoli, cioè inviati a mostrare la sua presenza che continua anche oggi.
Mentre il vangelo ci parla della paura dei discepoli (quindi del loro rimanere chiusi in casa), Gesù fa loro dono dello Spirito, perché ci sia apertura nella comunità.
È stato necessario il Concilio Vaticano II perché la Chiesa si aprisse al mondo, si interrogasse sulle culture e imparasse ad annunciare ovunque il vangelo, che è la persona stessa di Gesù, non solo diffondendo le tradizioni europee, ma incarnando davvero la Buona Notizia in ogni tradizione umana.
Il Risorto è il Crocifisso, le ferite non sono scomparse dopo la sua risurrezione, le ferite fanno pensare e aiutano a considerare le sofferenze altrui, anche oggi.
L’uomo deve crescere con il cuore, con l’intelligenza e con i suoi dubbi (che aiutano a continuare a cercare e spingono a capire meglio la fede). Non è male avere dubbi, ma è male non affrontarli.
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Che il vangelo ci renda, come Tommaso, credenti che sanno affrontare i propri dubbi e che non fuggono dalla comunità, perché la fede sostiene e alimenta la comunione coi fratelli, rendendoci missionari del Risorto, portatori di speranza.
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