«Se uno ama me, osserverà la mia parola»: per la prima volta troviamo nel Vangelo Gesù che chiede amore per sé, ma lo fa con estrema delicatezza, con enorme rispetto verso la libertà che ci è stata donata: «se vuoi»! Se uno mi ama, osserverà…
È come dire che se arrivi ad amare lui, sarà normale prendere come cosa tua ogni Sua Parola. La Parola di Gesù è Gesù che parla, che entra in contatto con il mio mondo, perché Lui ha scelto di raggiungermi, per farmi dono di sé stesso. Se avremo il dubbio di come si fa ad amarlo, ecco la risposta: Si tratta di dargli tempo e cuore, di fargli spazio. Se non pensi a lui, se non gli parli, se non lo ascolti, forse la tua fede è evaporata, non esiste più. Altra parola straordinaria: “E noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”.
Poter essere luogo dove Dio abita, dove Lui ha spazio è il massimo della vita ed è l’inizio della testimonianza cristiana. Si può riconoscere così che in noi abita la Vita di Dio, che chiamiamo “Spirito Santo”: è quella forza di impegno per la pace che non avvolge soltanto i profeti e i grandi personaggi, ma coinvolge tutti noi. Le parole di Gesù possano diventare come vento che porta pollini di primavera. È una visione di potente fiducia, in cui ogni uomo ed ogni donna, giovane o anziano, tutti insomma, hanno dignità di profeti e pastori, ognuno evangelista e annunciatore, perché la gente è evangelizzata dalla gente.
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Poi, come la sera di Pasqua, Gesù risorto ripete: “Vi lascio la pace”. Un dono da ricercare pazientemente, da costruire “artigianalmente” (papa Francesco), ciascuno con la sua piccola palma di pace nel mondo distratto e abituato ai conflitti. Se faremo la nostra parte, anche oggi, anche qui sorgerà la luce benefica e l’umanità potrà rifiorire e diventare quel giardino che Dio ha pensato sin dall’inizio, creando ogni cosa, creando tutti noi con tenerezza e bellezza.
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FONTE: Missio Italia
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