Esiste per tutti noi un “distintivo” per presentarci a tutti come cristiani, cioè discepoli di Gesù?
Sappiamo che, in modo immediato e semplice, una croce, una mezzaluna e una stella a 6 punte richiamano subito il cristianesimo, l’islam e l’ebraismo. Altri in altre parti del mondo, altri simboli richiamano altrettante grandi o piccole tradizioni religiose. Per noi cristiani la croce, in tutti i modi in cui può essere fatta, richiama in sintesi la nostra fede. Bisogna però ricordare che – come simbolo di appartenenza alla fede cristiana – non è stata subito accolta dai primi discepoli e dalle prime comunità cristiane, poiché riportava ad una morte violenta.
È comprensibile questo, infatti anche oggi chi non comprende che la croce è sintesi dell’amore di Gesù, non può che rifiutarla. La croce è il simbolo del cristianesimo, ma solo se compresa senza dimenticare l’evento della resurrezione, che non si può sintetizzare in un simbolo, ma solo raccontare e testimoniare, così come fin dall’inizio è capitato.
- Pubblicità -
Arriviamo al Vangelo di oggi, dove Gesù afferma: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri”. È dall’amore reciproco che si riconoscerà chi sono stati, sono e saranno i suoi discepoli. Sembra così semplice e quasi “banale” che sia l’amore il segno distintivo dei discepoli, però non è semplice, perché deve essere un amore come il suo, fatto di dono, senza tornaconto, pronto al sacrificio e capace di dare vita.
Gesù sceglie l’amore reciproco come segno distintivo dei suoi discepoli: vogliamo fare pure noi questa scelta: da cosa si vede quindi che siamo cristiani in una famiglia, in una comunità parrocchiale e Diocesi? Dalle croci più o meno grandi su pareti ed edifici? Se seguiamo fino in fondo il Vangelo comprenderemo davvero Gesù: il suo amore è nelle nostre mani, nelle nostre parole, nelle nostre relazioni umane e nel rapporto che abbiamo con il mondo.
[download id=”230752″]
FONTE: Missio Italia
Scarica il disegno da colorare