È bello considerare l’esperienza della preghiera, nel cammino di preparazione alla Pasqua, come una cosa che ci riempie di gioia! Gesù ci insegna a pregare! Come i tre apostoli, noi ci trasformiamo: diventiamo fratelli, diventiamo ciò che amiamo, cioè parte del Regno di Dio, che è pace, bontà, gioia e gratitudine per l’amore che Dio ha per ogni creatura!
Nella preghiera vissuta con Gesù i tre discepoli si emozionano, sono storditi. Un Dio da godere, un Dio che stupisce, che in ogni figlio ha seminato una grande bellezza. Cosa si può dire in un momento così? “Rabbì, che bello essere qui! Facciamo tre capanne”. Qui siamo di casa, altrove siamo sempre fuori posto; altrove non è bello, qui c’è la bellezza di Dio e quella del volto puro dell’uomo.
Ecco che «dovremmo far slittare il significato di tutta la catechesi, di tutta la morale, di tutta la fede: smetterla di dire che la fede è cosa giusta, santa, doverosa (e mortalmente noiosa, aggiungono molti) e cominciare a dire un’altra cosa: Dio è bellissimo» (H.U. von Balthasar).
- Pubblicità -
Ma come tutte le cose belle, la visione non fu che la freccia di un attimo: viene una nube. Vivremo sempre così la preghiera? Sì se la sua intensità sarà quella che il Vangelo può accendere nei cuori dei veri cercatori di Dio!
Commento a cura di don Valerio Bersano – Segretario Nazionale Missio Ragazzi
[download id=”224755″]
FONTE: Missio Italia