La Chiesa è di sua natura missionaria, portatrice di una Lieta notizia: Dio ama e mantiene fede alle sue promesse e vuole – più di tutti noi – la Salvezza di tutta l’umanità; è chiesto a tutti di preparare la strada a colui che viene, cioè a Gesù.
Nelle vicende della vita potremmo anche scoraggiarci, come gli Ebrei al tempo dell’esilio babilonese, che si convincono che Dio non potrà più intervenire a causa della loro ripetuta infedeltà. Quello che Marco ci dona nel Vangelo è un invito a ricominciare e a non disperare: nei suoi primi versetti l’Evangelista ci interpella sul nostro essere chiamati ad essere autentici discepoli.
Siamo quindi rivestiti di una responsabilità grande perché, se da un lato siamo chiamati a cogliere intorno a noi la presenza dei testimoni della fede, dobbiamo essere a nostra volta capaci di testimonianza.
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Abbiamo bisogno oggi più che mai di uomini come il Battista che non smettono di incoraggiare a proseguire sulla strada tracciata, abbiamo bisogno di convertirci tutti in profeti, cioè in “cartelli stradali”, dalla speranza accesa e dal linguaggio chiaro, come lo fu Giovanni Battista: e non importa chi siamo, se piccoli o grandi, sacerdoti o laici, consacrati o sposati.
I missionari percorrono tutti gli angoli della Terra per trovare dei discepoli del Vangelo, trasparenti a Dio e agli uomini. Non accontentiamoci di crederci cristiani: debbono parlare più le nostre azioni che le nostre parole: il cammino dell’avvento esige proprio questo!
FONTE: Missio Italia
Commento a cura di don Valerio Bersano Segretario Nazionale Missio Ragazzi.
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