Provvidenzialmente il vangelo dell’ultimo giorno dell’anno solare coincide con il Prologo di Giovanni che ci parla della nuova creazione in Gesù Cristo.
Abbiamo da poco celebrato il Natale di nostro Signore e la Chiesa ci ricorda quale grande novità è stato un tale avvenimento.
Giovanni inizia il suo Vangelo affermando che “Dio nessuno lo ha mai visto”. Infatti, nel corso di tutto l’Antico Testamento si può notare un ininterrotto desiderio di conoscere Dio, di contemplare il suo volto: “Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto” (Sal 27, 8-9).
I profeti più vicini al Dio di Israele, come Mosè o Elia, hanno potuto vedere la sua gloria ma non fu loro concesso di vedere il suo volto: “Farò passare davanti a te tutta la mia bontà […]. Ma tu non potrai vedere il mio volto, perché nessun uomo può vedermi e restare vivo” (Es 33, 19-20).
Ma ora qualche cosa è cambiata, perché “il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre” è venuto sulla terra per “raccontarci” chi è Dio, sicché possiamo contemplare Dio fatto uomo. Questa è stata la vita di Gesù che leggiamo nel Vangelo: il racconto vivo della nostra relazione con un Dio che è Padre nostro.
Contemplare in questi giorni l’Onnipotente fatto Bambino, e accoglierlo nella nostra vita con una nuova generosità, ci ricorda che abbiamo ricevuto il “potere di diventare figli di Dio”.
“Riposa nella filiazione divina. Dio è un Padre – tuo Padre! – pieno di tenerezza, di infinito amore. – Chiamalo Padre molte volte, e digli – a tu per tu – che gli vuoi bene, che gli vuoi bene moltissimo!: che senti l’orgoglio e la forza di essere figlio suo” (San Josemaría, Forgia, n. 331).
Fonte: La pagina Facebook di “Opus Dei Italia” | Sito Web con tutti i commenti al Vangelo
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