Miguel Ángel Torres-Dulce – Commento al Vangelo del 26 Novembre 2021

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Il Vangelo ci narra come il Signore prendeva spunto dai campi di frumento che contemplava, pronti per la mietitura, per parlare ai suoi dell’altro raccolto d’amore che stava per avvenire con la Redenzione.

Possiamo utilizzare la luce che Dio ci dà quando contempliamo tutto ciò che ci circonda, e la natura in particolare, per fare tesoro di quello che Dio vuole dirci o per aprire un dialogo con Lui mentre camminiamo per la strada, per i campi o lungo il mare. Fa parte della contemplazione cristiana vedere la mano di Dio nelle cose create e nelle circostanze della vita.

La parola di Dio è eterna e verace. Nella sua Sapienza, ha tutto davanti al suo sguardo: il passato, il presente e il futuro. Cristo è la verità e noi siamo chiamati a vivere in Lui. Tutto avrà compimento esattamente come il Signore ha detto.

Vivere nella verità comporta non soltanto il rifiuto di ogni ipocrisia, di ogni menzogna o falsità, ma anche l’impegno da parte nostra di condurre una vita conforme alla verità, costi quel che costi, e di contribuire a far sì che la società sia costruita su questo fondamento.

Il diavolo è il padre della menzogna e ci tenta continuamente a ricorrere a essa per alimentare la nostra vanità, per superare o schivare le difficoltà, ma noi possiamo respingere queste insinuazioni con l’umiltà e con la grazia di Dio, perché una vita edificata sulla menzogna non rimarrebbe in piedi, sarebbe simile a una casa edificata sulla sabbia.

La verità, come ci dice il Signore nel Vangelo, ci fa liberi[1], perché, grazie ad essa, si spezzano le catene del peccato e raggiungiamo l’autentico bene: l’unione con Dio.

Miguel Ángel Torres-Dulce

[1] Cfr. Gv 8, 32.


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